domenica 14 dicembre 2008
Gracias a la vida
Me dió dos luceros, que cuando los abro
Perfecto distingo, lo negro del blanco
Y en el alto cielo, su fondo estrellado
Y en las multitudes, el hombre que yo amo
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado el oído, que en todo su ancho
Graba noche y día, grillos y canarios
Martillos, turbinas, ladridos, chubascos
Y la voz tan tierna, de mi bien amado
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado el sonido, y el abecedario
Con el las palabras, que pienso y declaro
Madre, amigo, hermano y luz alumbrando
La ruta del alma del que estoy amando
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado la marcha, de mis pies cansados
Con ellos anduve, ciudades y charcos
Playas y desiertos, montañas y llanos
Y la casa tuya, tu calle y tu patio
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me dió el corazón, que agita su marco
Cuando miro el fruto del cerebro humano
Cuando miro el bueno tan lejos del malo
Cuando miro el fondo de tus ojos claros
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado la risa y me ha dado el llanto
Así yo distingo dicha de quebranto
Los dos materiales que forman mi canto
Y el canto de ustedes, que es el mismo canto
Y el canto de todos, que es mi propio canto
Y el canto de ustedes, que es mi propio canto.
giovedì 4 dicembre 2008
Soneto XVII
o flecha de claveles que propagan el fuego:
te amo como se aman ciertas cosas oscuras,
secretamente, entre la sombra y el alma.
Te amo como la planta que no florece y lleva
dentro de sí, escondida, la luz de aquellas flores,
y gracias a tu amor vive oscuro en mi cuerpo
el apretado aroma que ascendió de la tierra.
Te amo sin saber cómo, ni cuándo, ni de dónde,
te amo directamente sin problemas ni orgullo:
así te amo porque no sé amar de otra manera,
sino así de este modo en que no soy ni eres,
tan cerca que tu mano sobre mi pecho es mía,
tan cerca que se cierran tus ojos con mi sueño.
Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l'ombra e l'anima.
T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.
T'amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
mercoledì 12 novembre 2008
endurate autunnali
i colori sono biondo, rosso, marron.
i boschi si dipingono di mille tinte diferenti e l'aria si fa più pungente.
gli animali si preparano all'inverno e nell'aria viagiano i profumi dell'autunno.
su questo palcoscenico naturale si sviluppano opere con più atti, i cui attori sono degli strani personaggi a bordo di strani mezzi.
sono gli enduristi.
chi sono?
un gruppo di folli$, oppure anche dei solenghi, che, a bordo delle loro moto da fuoristrada, bardati come se stessero per andare in guerra, si avventurano in mezzo ai boschi.
sui monti simbruini, sui monti lepini, sui monti sibillini, sulla Tolfa...sono sempre loro.
all'insegpuimento delle motocavalcate del centro italia.
in cerca del perfeto assetto di sospensioni per copiare quel tipo di terreno, allascoperta di nuove tecniche per protegersi le articolazioni con armature medievali e scafandri robotici.
andiamo a conoscerli.
si muovono spesso in gruppo:
con più o meno persone:
amano il silenzio dei boschi e il borobottare della propria moto:
si lanciano in coraggiose rincorse dove manca l'aderenza:
e, a volte, cadono:
cadono più o meno bene:
a volte si bloccano a causa delle asperità del terreno:
ma soprattutto sono un gruppo di amici, disposti ad aituarsi quando ci sono passaggi difficili, situazioni complesse o anche solo per fare due chaicchiere nei momenti di riposo:
ma enduro è libertà!!!
martedì 4 novembre 2008
[Report] dal letto al bagno.
La partenza avviene qualche minuto prima delle 8 antimeridiane. La stanza è inondata dal buio, ma sento il ticchettio della poggia sulla tapparella, accidenti!
Con una botta di coraggio, mi levo il piumone da dosso e m'infilo le pantofole. I primi metri filano via tranquilli sulla morbidezza del tappeto senza problemi, ma la musica cambia quando metto piede sul parquet: il fondo scivoloso invita alla prudenza!
Uscito dalla camera, con una brusca svolta a sinistra mi immetto nel corridoio, e subito incappo del primo conrattempo: un improvviso prurito lancinante mi costringe ad una sosta forzata per un'approfondita grattata di chiappa.
Riprendo la marcia fino alla porta del bagno. Durante la svolta, ho modo di apprezzare il buon grip offerto dalle mie babbucce in pelo di cane (made in Esselunga).
Il mio giro purtroppo sta già volgendo al termine: accendo la luce, mi calo le braghe e mi accomodo sulla tazza. Stanco ma gratificato, prendo il nuovo numero di Motociclismo che avevo provvidenzialmente lasciato lì la sera precedende ed inizio a sfogliarlo, già sognando la prossima scorribanda...
Purtroppo non ho avuto la possibilità di scattare delle foto, ma se a qualcuno interessa vedo se riesco a procurare le tracce GPS...
lunedì 27 ottobre 2008
Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sara` questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
ne' nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d'ogni sorta; piu' profumi inebrianti che puoi,
va in molte citta` egizie
impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos'altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
gia` tu avrai capito cio` che Itaca vuole significare.
Kostantin Kavafis
giovedì 2 ottobre 2008
Parigi, 1958 - 2 Ottobre 2008
Finchè ancora tempo,mio amore
e prima che bruci Parigi
finchè ancora tempo, mio amore
finchè il mio cuore è sul suo ramo
vorrei una notte di maggio
una di queste notti
sul lungosenna Voltaire
baciarti sulla bocca
e andando poi a Notre-Dame
contempleremmo il suo rosone
e a un tratto serrandoti a me
di gioia paura stupore
piangeresti silenziosamente
e le stelle piangerebbero
mischiate alla pioggia fine.
Finchè ancora tempo, mio amore
e prima che bruci Parigi
finchè ancora tempo, mio amore
finchè il mio cuore è sul suo ramo
in questa notte di maggio sul lungosenna
sotto i salici, mia rosa, con te
sotto i salici piangenti molli di pioggia
ti direi due parole le più ripetute a Parigi
le più ripetute, le più sincere
scoppierei di felicità
fischietterei una canzone
e crederemmo negli uomini.
In alto, le case di pietra
senza incavi nè gobbe
appiccicate
coi loro muri al chiar di luna
e le loro finestre diritte che dormono in piedi
e sulla riva di fronte il Louvre
illuminato dai proiettori
illuminato da noi due
il nostro splendido palazzo
di cristallo.
Finchè ancora tempo, mio amore
e prima che bruci Parigi
finchè ancora tempo, mio amore
finchè il mio cuore è sul suo ramo
in questa notte di maggio, lungo la Senna, nei depositi
ci siederemmo sui barili rossi
di fronte al fiume scuro nella notte
per salutare la chiatta dalla cabina gialla che passa
- verso il Belgio o verso l'Olanda? -
davanti alla cabina una donna
con un grembiule bianco
sorride dolcemente.
Finchè ancora tempo, mio amore
e prima che bruci Parigi
finchè ancora tempo, mio amore.
pirati alla finestra d'oriente.
la finestra volge verso est e lascia entrare la luce dall'alba allo zenith.
osservando la linea dell'orizzonte ho visto, incerto se fossi sveglio o ancora dormiente, un veliero.
il vascello batteva una bandiera indecifrabile...nera.
d'un tratto, col cambio di angolazione e nel gioco di luce, il disegno si staglia più chiaro e appaiono due tibie incrociate ed un teschio: pirati!
all'alba del terzo millennio li ho visti veleggiare predatori nella rete, serpeggiando tra firewall e anti virus, tra firewall dinamici e altre arguzie difensive, ma mai avrei sospettato di vederli nuovamente in mare.
la memoria riporta le epiche avventure del beylerbey, il pirata di Algeri, con lettera di corsa del Sultano che lo aveva dichiarato Ammiraglio dei mari.
Ricordiamo anche Francis Drake con lettera di corsa della regina d'Inghilterra, che si misurò contro l'Invencible Armada con il suo degno compare, Hawkins.
Oppure, attraversando il mare, li si ritrova senza lettera di corsa, veri e propri banditi del mare, tra bucanieri (scopritori del barbecue) e filibustieri sull'isola della Tortue, con L'Olonese, Morgan, Barbanera e le loro ciurme di tagliagole, in grado di assalatare il porto di Maracaibo e depredarne la città, nonostante la strenua diefesa degli spagnoli.
tutto questo però trovava la propria fine agli albori del 18° secolo.
eppure...
la Camera di Commercio Iternazionale ha istituito un ufficio per il transito marittimo internazionale, l'International Maritime Bureau, dove riporta tutte le notizie di rilievo collegate.
tra queste si contano almeno quattro attacchi giornalieri in giro per il mondo.
i punti caldi? golfo di Aden, Mar dei Caraibi, mar del corno d'Africa, mar dell'Indocina....anche a largo del Brasile si stanno intensificando gli attacchi.
addirittura si parla di scorte navali armate preparate dalle Nazioni Unite attraverso l'intervento del COnsiglio di Sicurezza...
è indubbiamente un fenomeno da seguire, per la sua attualità e per i possibili e presunti collegamenti al terrorismo internazionale e ad Al Quaeda.
pensieri settembrini
in ogni caso l'ottimo paretiano non si può raggiungere.
comunque si rimarrà insoddisfatti.
è un delirio di sogni infranti ed anime perdute.
triste calcolo di possibili soluzioni mai attuate e pindarici voli ideali tra realtà e fantasia.
in definitiva....è un mondo difficile.
martedì 29 luglio 2008
Domenica 27 odissea a Carsoli
....."Una splendida giornata, stravissuta , straviziata, stralunata. Comunque unica... Così può iniziare il racconto, di ciò che è successo domenica a 9 Enduristi- Roma, con una citazione di una canzone del grande VASCO.Ci vediamo alle 09:00 sulla Roma -l'Aquila mossi dal più nobile dei sentimenti, Endurare sul quel di Carsoli. 3 auto con altrettanti carrelli, 8 moto sul carrello ed un Jolly (Gennyspecial e la sua Suzuki DR 400r) indipendente.I protagonisti:LucaXR , niente da aggiungere, il tipo si presenta da solo.Federico, un ragazzo che ha avuto una sfiga durante l'Endurata incredibile.Cimmero ed Mauro, 2 new entry con Kappona 525 e che bazzicano anche i Maiali QDE, per niente intimoriti da quello che ci è successo. Coraggiosi.Dopz. più che un uomo un Vagabondo con due attributi cosi... Luca GDM, un vero Lord della ruota tassellata.Daniele, poche parole molta sostanza..., sempre pronto a dare una mano.Gennyspecial, un ardito, un mito sempre pronto a cacciarsi nei guai per rendere tutto più piccante....Schizzo: il sottoscritto, con telecamera e tanta buona volontà....Arriviamo su una piazzola dove parcheggiare, vestire e partire alla volta degli altopiani di Carsoli.Tutto sembra andare alla grande, sterrate veloci, tratti con sassi di media difficoltà ed una temperatura non troppo calda a tenerci compagnia.Primo incontro: Toyata pick up, cappotato non si sa come dìsu una stra dritta come un fuso... migliaia di Euro di danni, ed un paio di patatone maggiorate che accompagnava il manipolo a cui non abbiamo fatto mancare le nostre migliori attenzioni... ma di loro non pubblicherò foto
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Poi incontriamo sbucato non si sa da dove una specie di folletto dei boschi ( un signore con cappello fiorato e santini, bastone e scarponi) che ci chiede indicazioni su come arrivare a Cappadocia, noi lo indirizziamo e il tizio trottorellando parte... scopriremo ore dopo che era ricercato da gente su una jeep... il tipo pare non fosse proprio... lucido di testa..
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Poco dopo arriva Dopz che intanto era sparito.... ed arriva con una moto che sembrava masticata da un ciclope... la ruota anteriore era ad ics con ben 7 raggi rotti e il cerchio piegato tanto che tocca lo stelo.... nessuno saprà mai cosa è accaduto.......
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nonostante tutto continuerà ....Poco dopo Federico si accorge che ha bucato... ci si mette al lavoro e da bravi enduristi si cambia la gomma...
[img]http://img300.imageshack.us/img300/2296/Carsoli081.jpg[/img]
e da brave pippe pizzichiamo la gomma ribucando la camera d'aria... si ricorre a mali estremi a estremi rimedi... il FAST...
[img]http://img300.imageshack.us/img300/2023/Carsoli075.jpg[/img]
si riparte ma il cielo d'improvviso da assolato e limpido diventa plumbeo... nero... inizia una pioggia terrificante.... da bravi AGER lasciamo di corsa le moto sullo sterrato e ci rifuggiamo sotto una grotta all'asciutto...
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la pioggia avanza...
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e avanza...
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diventa grandine... enorme
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e la strada diventa un fiume...
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le moto iniziano ad andare alla deriva.. si corre a recuperarle.. e chi è rimasto al di la del neo nato torrente deve attraversarlo....Gennyspecial accende la sua "magnifica DRz" e cerca di guadare il torrente. Sceglie il punto migliore dove poter fare un corso di sub....
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Tutti a buttarsi tra i flutti per recuperare la propria cavalcatura, Acqua fino alla cintola e corrente che spinge moto e Gennyspecial verso valle....Schizzo, il sottoscritto, si butta anche lui tra i flutti e con una cinghia tira fuori assieme a Dopz l'amico Gennyspecial.Tutti salvi e bagnati. Ma la moto di Gennyspecial non vuole partire, si smonta per vedere cosa o dove l'acqua è arrivata.
[img]http://img242.imageshack.us/img242/4066/Carsoli031.jpg[/img]
Freddo e fame ci piegano le ginocchia, tranne a LucaXR, neanche un capello fuori posto, sembra James Bond in operazione INONDAZIONE.Si lega la moto di Gennyspecial a quella di Schizzo e si va verso Valle Pietra .....durante il percorso il 2tempi di GDM si pianta......!!Si cambia la candela ma niente morta... dopo diversi tentativo capiamo che è un problema di massa e sganciamo parte dei contatti... e la moto si rimette a borbottare allegramente... di nuovo si va verso Valle pietra arriviamo alle 15 affamati e infreddoliti. Meraviglia delle meraviglie, un piazzale di asfalto e bancarelle, dove rifocillarsi e comprare una maglietta asciutta, inneggiante al Ventennio passato..... d'altronde necessità fa virtù e difronte alle chiappe ascutte la politica viene meno
[img]http://img59.imageshack.us/img59/230/Carsoli025.jpg[/img]
2 panini a testa un grappino ed un caffè scaldano corpo e cuore.
[img]http://img59.imageshack.us/img59/874/Carsoli027.jpg[/img]
Si decide di ripartire alla volta delle auto, lasciando nel simpatico e caratteristico piazzale i due sfortunati enduristi Gennyspecial e Dopz, con la promessa di tornare a prenderli.... si torna indietro, si affrontano pozzanghere a tutta velocità, si superano mulattiere sassose e viscide, canaloni e veloci sterrate. Tutto sembra essere tornato a posto, ma la sorte è dietro l'angolo... Fede cade e rompe l'albero dell'avviamento a pedale della sua TT 350. Avete presente spingere su un terreno di foglie bagnate un mono con il pilota dalle dimensioni da fantino. No trazione No accensione moto!!!
[img]http://img59.imageshack.us/img59/7690/Carsoli006.jpg[/img]
*****intanto Cimmero e Mauro sempre con noi si domandano dove e con chi sono capitati.....Luca accende la TT, si riparte, si arriva alle auto , ci si asciuga e via a recuperare Dopz e Genny che in linea d'aria stanno a 5 km ma di strada sono circa 60....Li troviamo nella versione enduristica di Poveri ma belli con i calzini stesi sui collettori, le magliette appese ai manubri e loro blu oltremare in viso causa assideramento in stato avanzato Stanchi , ma felici di tutta questa giornata vissuta minuto per minuto, si è arrivati a casa solamente per le 24.......Che splendida giornata........
****Federico, meglio noto come "er bestemmia", ha scatenato una lotta tra il divino e lui... ogni goccia una nuova imprecazione... ogni imprecazione un nuovo tuono... una lotta tra titani!!!
martedì 22 luglio 2008
a Malena....
y en cada verso pone su corazón.
A yuyo del suburbio su voz perfuma,
Malena tiene pena de bandoneón.
Tal vez allá en la infancia su voz de alondra
tomó ese tono oscuro de callejón,
o acaso aquel romance que sólo nombra
cuando se pone triste con el alcohol.
Malena canta el tango con voz de sombra,
Malena tiene pena de bandoneón.
Tu canción
tiene el frío del último encuentro.
Tu canción
se hace amarga en la sal del recuerdo.
Yo no sési tu voz es la flor de una pena,
sólo sé que al rumor de tus tangos, Malena,
te siento más buena,
más buena que yo.
Tus ojos son oscuros como el olvido,
tus labios apretados como el rencor,
tus manos dos palomas que sienten frío,
tus venas tienen sangre de bandoneón.
Tus tangos son criaturas abandonadas
que cruzan sobre el barro del callejón,
cuando todas las puertas están cerradas
y ladran los fantasmas de la canción.
Malena canta el tango con voz quebrada,
Malena tiene pena de bandoneón.
http://dev.todotango.com/spanish/las_obras/letra.aspx?idletra=29
lunedì 21 luglio 2008
enduro sotto il sole
d'inverno il fango rende viscido il terreno e il freddo rende le pietre scivolose.
d'estate la polvere e la siccità rendono il fondo sdrucciolevole...
non si finisce mai di imparare!
la cosa importante è sempre una: aprire il gas!!!!
certo se non avessi la gomma anteriore finita sarebbe meglio...
sabato 5 luglio 2008
giovedì 3 luglio 2008
scritto nell'Agosto del 2004
Ho visto uccelli che volavano più in là,
nonostante i geografi,
già allora.
Il fascino tutto particolare degli animali
che fanno ogni cosa come se fosse la prima volta:
vanno a caccia,
dormono,
si accoppiano…
Solo l’uomo ripete,
in modo meccanico.
Una volta che impara a fare una cosa,
semplicemente la rifà.
Ci sono notai che amano la propria consorte
leggendo il giornale
e ingegneri che fanno sesso
tra un boccone e l’altro della colazione.
I gorilla di montagna, in Congo,
proteggono il proprio gruppo fino alla morte
e le donne, a New York e a Milano,
abbandonano i figli nei cassonetti.
Nei cinematografi seggono squallide coppie
che simulano l’amore di Verona
e nei letti di chi lavora
si consuma l’immenso amore degli adulteri…
e ci sono fiori troppo piccoli
perché non vengano calpestati.
Sotto il mio letto c’erano cadaveri e solitudine
ed io ero sempre stanco.
Una notte d’insonnia
mi ha portato a passeggio nel cielo…
seconda stella a destra
e poi dritto fino al mattino.
Sull’isola che non c’è sono andato a caccia,
ho ucciso,
ho trovato la bestia che dormiva.
Dormiva di un sonno da bambino,
era tranquilla
e bastò il volo di una piuma per svegliarla.
L’altra notte ho visto angeli feriti
nell’ombra riflessa della luna,
sulla ghiaia del viale.
Mi chiamavano
e qualcuno stava chiamando anche te,
che dormivi tra le lenzuola del torero.
Ma tu non sei venuta.
Ma lui non è venuto.
E la paura di rispondere alla chiamata
ci fa fare tutto in forma troppo ripetitiva,
vivendo una vita che non ci appartiene,
scegliendo le scelte degli altri,
morendo per i sogni di qualcun altro.
L’ultima immagine della vita
è l’unica cosa che non si ripete.
Dopo di essa ci sono i draghi.
martedì 1 luglio 2008
sulle impronte digitali
avevo appena compiuto 18 anni e mi era arrivata a casa una lettera in cui ero caldamente invitato a presentarmi in caserma per i tre giorni di visita militare per l'idoneità al servizio di leva.
la stessa che ricevete mio padre, mio zio e tutti gli uomini e ragazzi che conoscevo.
durante la visita mi fecero fare un test psicologico, varie visite mediche e un pò di banale disciplina militare per farci capire dove stavamo.
in tutto ciò mi ricordo che ci presero le impronte digitali.
di tutte le dita a tutti i presenti.
ed eravamo tutti cittadini con diritti civili e politici nel nostro paese.
tutti andavamo a scuola o lavoravamo per vivere e quasi nessuno era un delinquente.
qualcuno era ricco, altri poveri, qualcuno risultò idoneo alla leva e qualche altro venne riformato.
ma tutti lasciammo le impronte digitali.
io sinceramente non mi sono sentito ghettizzato per questo.
non ho percepito alcuna intenzione razzista in quel fatto.
eppure gente senza lavoro, senza casa, senza soldi, senza permesso di soggiorno si sente oggetto di azioni razziste e xenofobe per il semplice fatto che gli chiedano le impronte digitali e li schedino nel momento in cui si trovino a pestare il suolo del nostro paese.
non vedono forse in questo la possibilità di integrazione?
una donna viene trovata morta dopo essere stata violentata e brutalmente picchiata.
sul corpo e sui vestiti ci sono delle impronte digitali.
quelle impronte digitali non corrispondono a nessuno.
chi ha ucciso quella signora?
allora si che si sfoga il razzismo e la xenofobia additando agli extracomunitari e via dicendo.
excusatio non petita, accusatio manifesta.
se non si voglino far prendere le impronte, probabilmente non hanno la coscienza così pulita.
"solo i peccatori temono il giudizio di dio...che gli innocenti gli vadano incontro sorridendo, poichè nulla devono temere...."
giovedì 26 giugno 2008
alla mamma
No dia em que eu sai de casa minha mãe me disse: “Filho, vem cá...”
Passou a mão em meus cabelos, olhou em meus olhos, começou falar
“Por onde você for eu sigo com meu pensamento sempre onde estiver
Em minhas orações vou pedir a Deus que ilumine os passos seus”
Eu sei que ela nunca compreendeu os meus motivos de sair de lá
Mas ela sabe que depois que cresce o filho vira passarinho e quer voar
Eu bem queria continuar ali, mas o destino quis me contrariar
E o olhar de minha mãe na porta eu deixei chorando a me abençoar
A minha mãe naquele dia me falou do mundo como ele é
Parece que ela conhecia cada pedra que eu iria por no pé
Sempre ao lado do meu pai da pequena cidade ela jamais saiu
Ela me disse assim: “Meu filho vá com Deus, que esse mundo inteiro é seu”
Eu sei que ela nunca compreendeu os meus motivos de sair de lá
Mas ela sabe que depois que cresce o filho vira passarinho e quer voar
Eu bem queria continuar ali, mas o destino quis me contrariar
E o olhar de minha mãe na porta eu deixei chorando a me abençoar
E o olhar de minha mãe na porta eu deixei chorando a me abençoar
E o olhar de minha mãe na porta eu deixei chorando a me abençoar
mercoledì 11 giugno 2008
el anticristo
el loco es la pera! nunca he oido algo tan bien estructurado y pensado...y solo para destruir al mondo que conocimos quitandole la mascara...absolutamente fantastico!
http://www.youtube.com/watch?v=EwW11o8Gdwk
gay pride roma 2008
venerdì 16 maggio 2008
la sindrome di gongolo
martedì 8 aprile 2008
vecchie filastrocche...
Seven for the Dwarf-lords in their halls of stone,
Nine for Mortal Men doomed to die,
One for the Dark Lord on his dark throne
In the Land of Mordor where the Shadows lie.
One Ring to rule them all, one Ring to find them,
One Ring to bring them all and in the darkness bind them
In the Land of Mordor where the Shadows lie. »
giovedì 13 marzo 2008
Le memorie di Adriano
enduro sostenibile
il primo che dice che gli enduristi servono solo a fare rumore in mezzo ai boschi....
domenica 9 marzo 2008
pensieri
lunedì 25 febbraio 2008
Johnny Palomba
venerdì 22 febbraio 2008
del silenzio
immaginiamo un mostro feroce dai mille volti, il silenzio.
un animale assetato che giace tra un parola e l'altra, assetato ed affamato, pronto ad inserirsi con una pausa, con una riflessione.
vince sempre lui.
il silenzio ha dei figli, io sono tra questi.
mi sono dovuto adeguare alla società per farne parte, ma non dimentico mai chi sono e di chi sono figlio.
mi sconcerta il fatto che le persone normali lo temano.
in realtà è come una madre che ci coccola quando dormiamo, che ci guida nei nostri pensieri, che ci porta verso noi stessi.
se qualcuno sceglie il silenzio con me, non lo capisco.
non mi stai negando nulla.
vale più un silenzio di mille parole.
so che nel silenzio ci sono confusione, ripensamenti, decisioni affrettate, vendette...tutti i sentimenti tipici di chi crede di poter usare il silenzio come un'arma per difendersi o per attaccare.
a volte scudo, a volte spada.
ma saprà resistere al mio sguardo silenzioso?
saprà rimanere in silenzio e girarsi verso se stessa? verso il proprio io?
se lo facesse, si scontrerebbe con le paure, le vendette, la confusione che l'hanno portata a usare un'arma.
silenzio stampa, silenzio radio, silenzio musicale, pause, assenza di rumore....
il timore è la parola.
quando ti parlano senza provare emozioni, freddi e senza timore.
non hanno bisogno di difendersi, il silenzio perde il suo potere.
ma ora si sta difendendo con il silenzio, ed in silenzio resterò.
ma sento dentro di lei un urlo lacerante, che strazia le viscere ed è contenuto a forza.
non basta uno svago, che sia lavoro o affetto, a rinchiudere quel grido potente.
come l'urlo di munch appare la persona che contiene l'urlo.
il silenzio è di chi sa che sta sbagliando o di chi aspetta conferme.
tu quale sei dei due?
giovedì 21 febbraio 2008
a Chiara...
altri di fanti, altri di navi,
sia sulla terra nera la cosa più bella:
io dico, ciò che si ama.
È facile far comprendere questo ad ognuno.
Colei che in bellezza fu superiore
a tutti i mortali, Elena, abbandonò
il marito
pur valoroso, e andò per mare a Troia;
e non si ricordò della figlia né dei cari
genitori; ma Cipride la travolse
innamorata.
...
...
ora mi ha svegliato il ricordo di Anattoria (Chiara)
che non è qui;
ed io vorrei vedere il suo amabile portamento,
lo splendore raggiante del suo viso
più che i carri dei Lidi e i fanti
che combattono in armi.
mercoledì 20 febbraio 2008
so che stai leggendo...
il mio cuore è con te da più di un anno ormai e potrebbe essere ancora per tanti altri anni...
28 Febbraio 2008
martedì 19 febbraio 2008
infrasettimanale
ode alla ninfa degli appennini
con il tuo ricordo dolce e fresco sulle labbra,
Il mio pensiero è fatto di lucciole e zanzare,
di boschi freschi e uva matura.
Tra le viti scopro ombre,
Tra le ombre c’è anche la tua,
Scappata e verrai a cercarla.
Io sarò lì ad attenderti sveglio.
Vorrò un bottone di corno prima del sonno,
vorrò un sorriso prima della notte,
vorrò una carezza con il tuo profumo
e un passero che dorma ai miei piedi.
Gli uncini saranno lontani da noi,
ci guarderemo tranquilli,
indisturbati….e faremo l’amore.
A poco a poco, senza fretta.
Un passo alla volta lentamente
Porta lontano lungo un sentiero.
Sarà un istante che durerà tutta la vita.
Vivrà con me, questo bel ricordo.
Questo bel momento vissuto
come se fosse estate,
con la pioggia ed il freddo fuori.
Con la noia fuori,con tutto il mondo fuori
dal nostro abbraccio,
dal mio bottone di corno
e dal tuo ditale,dai miei occhi verdi
e dal tuo sorriso di perla.
Non ci saranno distanze,né tentennamenti,
solo piccole scintille da crescere,
piccole luci da far germogliare.
E nella mia sera d’autunno
Si vive al contrario,si parte dalla fine.
Si inizia ricordando l’accaduto.
E poi indietro fino al principio.
Fino agli occhi da cerbiatto,
al piccolo panda
ed al sorriso del mattino.
massima del 19 Febbraio alle 7:34 a.m.
sabato 16 febbraio 2008
No me pregunten porque....
Si cualquiera de estas noches
me ven llegar al café,
tambaleando medio "colo"
babeando y hablando solo,
¡no me pregunten por qué!
Borracho...
Con la melena revuelta,
la corbata floja y suelta
y con rencor al mirar,
no me pregunten, muchachos,
por qué he venido borracho
y de mi tengan piedad.
En la luz de unos ojos divinos
se embriagaba mi alma y mi fe
y en la copa de miel sus labios
hasta ayer de pasión me embriagué.
Hoy que vivo de nuevo en tinieblas
añorando la luz de su amor
necesito hundir mi existencia
y es por eso que busco el alcohol.
¡Muchachos!...
Si cualquiera de estas noches
me ven llegar al café
tambaleando medio "colo"
babeando y hablando solo¡
no me pregunten por qué!
Borracho...
Refugiado en el alivio
del brebaje dulce y tibio
que nos prodiga el licor.
tal vez me olvide de aquella
que hasta ayer fuera mi estrella
y hoy me mata de dolor.
traduzione:
Ragazzi!…
Se una qualsiasi di queste sere
Mi vedete arrivare al caffè,
traballando mezzo matto
sbavando e parlando da solo,
non chiedetemi perché!
Ubriaco...
Con i capelli arruffati,
la cravatta floscia e senza nodo
e con lo sguardo rancoroso,
non chiedetemi, ragazzi,
perché sono arrivato ubriaco
ed abbiate pietà di me.
Nella luce di occhi divini
Si ubriacava la mia anima e la mia fede
E nella coppali miele delle sue labbra
Fino a ieri mi ubriacavo di amore.
Oggi che vivo nuovamente nelle tenebre
Rimpiangendo la luce del suo amore
Ho bisogno di affondare la mia esistenza
E per questo cerco l’acol
Ragazzi!…
Se una qualsiasi di queste sere
Mi vedete arrivare al caffè,
traballando mezzo matto
sbavando e parlando da solo,
non chiedetemi perché!
Ubriaco...
Rifugiato nel sollievo
Della pozione dolce e tiepida
Che ci fornisce il liquore.
Magari mi dimenticassi di quella
Che fino a ieri è stata la mia stella
Ed oggi mi uccide di dolore.
per ascoltarla clikkate qui:
http://www.todotango.com/spanish/download/player.asp?from=Letra&id=1161
venerdì 15 febbraio 2008
di tutto Shakespeare....
Mercutio:
O then I see Queen Mab hath been with you.
She is the fairies'midwife, and she comes
In shape no bigger than the agate stone
On the forefinger of an alderman,
Drawn with a team of little atomi
Over men's noses as they lie asleep.
Her charriot is an empty hazelnut
Made by the joiner squirrel or theold grub,
Time out o'mind the fairies'coachmakers;
Her waggon-spokes made of long spinners'legs,
The cover of he wings of grassohoppers,
Her traces of the smallest spider web,
Her collar of the moonshine's watery beams,
Her whip of cricket's bone, the lash of film,
Her waggoner a small grey-coated gnat,
Not half so big as a round little worm
Prick'd from the lazy finger of a maid;
And in this state she gallops night by night
Through lovers' lips, who straight dream on fees;
O'er ladies'lips, who straight on kisses dream,
Which oft the angry Mab with blisters plagues
Because her breaths with sweetmeats tainted are.
Sometime she gallops p'er cpurtier's nose
And the dreams he of smelling out a cuit;
And sometimes comes she with a tithe-pig's tail,
Tickling a parson's nose as a lies asleep;
Then dreams he of another benefice.
Sometimes she driveth o'er soldier's neck
And the dreams he of cutting foreign throats,
of breaches, ambuscados, Spanish blades,
Of healths five fathom deep; and then anon
Drums in his ear, at which he starts and wakes,
And being thus frighted swears a prayer or two
And sleeps again. This is that very Mab
That plaits the manes of horses in the night
And bakes the elf-locks in foul sluttish hairs,
Which, once untangled, much misfortune bodes.
This is the hag, when maids lie on their backs,
That presses them and learnd them first to bear,
Making them women of good carriage
metto anche la traduzione:
Ah, vedo che la regina Mab è venuta a trovarti,
lei, che tra le fate è la levatrice, e viene,
non più grnade d'un'agata al dito di un consigliere,
tirata da un equipaggio di invisibili creature
fin sul naso di chi giace addormentato.
Il suo cocchio è un guscio di nocciola
lavorato dallo scoiattolo falegname o dal vecchio lombrico,
da tempo immemorabile carrozzieri delle fate.
I raggi delle ruote sono fatti con le lunghe zampe dei ragni,
la capote con ali di cavalletta,
le redini conla ragnatela più sottile,
le bardature con umidi raggi di luna,
la frusta con l'osso di un grillo, la sferza d'impercettibile filo,
il cocciere è un moscerino dalla grigia livrea,
più picolo della metà del vermetto tondo
colto dal dito delle fanciulle pigre.
Su questo cocchio, notte dopo notte, galoppa nelle menti degli amanti
riempiendole di sogni amorosi;
Oppure eccola sulle ginocchia dei cortigiani,
che subito sognano riverenze;
o sulle dita degli avvocati, che sognano allora parcelle;
o sulle labbra delle donne che sognano allora baci,
e che invece spesso, la perfida Mab ricopre di bollicine,
adirata per l'alito che sente di dolciumi.
Altre volte galoppa sul naso di un gentiluomo di corte,
e quello in sogno sente allora il sapore di una supplica ben ricompensata;
oppure s'avvicina, con la coda d'un porcellino della decima,
a sfiorare il naso d'un curato addormentato,
e costui subito sogna un benefizio ancor più grasso;
altre volte, col suo cocchio, si spinge sul collo d'un soldato
suscitando sogni di gole tagliate, d'imboscate,
d'assalti e di lame di Toledo,
di brindisi in coppe profonde cinque tese;
poi, all'improvviso, è sempre lei
che gli fa risuonare il tamburo nell'orecchio,
svegliandolo di colpo,
e lui apre l'occhio, impaurito, bestemmia una preghiera o due,
quindi, assonnato, ricade addormentato.
Ed è la stessa Mab che di notte intreccia le criniere dei cavalli,
facendo con i loro luridi crini nodi d'elfi
che a scioglierli porta grave sventura.
E' lei la strega che se trova vergini supine
le copre, insegnando loro come sopportare un peso,
rendendole donne di buon portamento.
sogni dolci sogni
Aveva i capelli biondo cenere e gli occhi verdi con un taglio strano, simile a quelli di un cerbiatto.
I genitori della bambina venivano dalla grande città, ma avevano abbandonato tutto per poter vivere la vita con dei ritmi antichi e fare crescere la loro bambina in modo sano, tra i boschi e le montagne.
La piccola passava le giornate in giro per i boschi e alla sera, quando tornava a casa, raccontava storie fantastiche, di gnomi e folletti, lepriacani e fate.
Tutto il giorno a rincorrere farfalle e poi a ballare con la gente del piccolo popolo del bosco ed il suo gatto che la seguiva dappertutto.
Un giorno, mentre passeggiava con il suo papà e la sua mamma, vide un folletto e lo rincorse per fargli conoscere i suoi genitori.
La bimba non riuscì a prendere il folletto e i suoi genitori non lo conobbero mai.
In realtà lei sospettava che i grandi non potessero vedere gli abitanti segreti del bosco, finché si rese conto che solo lei poteva.
Lei, l’unica bimba di tutto il bosco.
Un giorno si avvicinò al suo papà e gli chiese: “Papà, ma perché io posso vedere i folletti e voi no?”
Il suo papà la prese in braccio con fare molto serio e le disse: “Sofia, solo tu puoi vedere il piccolo popolo, questa valle e questo fiume, perché in realtà non esisti. Sei solo un sogno. Sei una bimba in potenza ed un sogno in atto, come direbbe un vecchio greco. Sei frutto della mia immaginazione. In realtà vivo in una città, appena posso scappo nei boschi a cercare le tracce del piccolo popolo che ho perso quando sono cresciuto ed ora sto dormendo nel mio lettino, cercando di ignorare i rumori della strada, dimenticando la solitudine e l’amarezza dei miei errori, mi consolo con il tuo sogno, con quello della tua mamma, della valle nascosta e del piccolo popolo. Appena mi sveglierò non esisterai più. La sera quando tornerò a dormire, giocheremo ancora e mi racconterai le tue storie di gnomi e di fate, di lepriacani e folletti”
“Papà, ma sei sicuro che mi sognerai ancora?”
“Sofia, sono otto mesi che ti sogno ai cinque angoli del mondo e continuerò a sognarti ancora a lungo”
A quel punto la bimba di dissolse in un battito di ciglia ed uno sbadiglio e l’uomo seppe che avrebbe dovuto affrontare il nuovo giorno, in quella vita così lontana dal suo sogno.
I primi rumori che ascoltò gli rovinarono la giornata, il letto vuoto lo fece sentire solo e gli odori della strada lo lasciarono perduto.
giovedì 14 febbraio 2008
martedì 12 febbraio 2008
una domenica con il pink team roma
giovedì 7 febbraio 2008
Darby o'Gill e il re dei folletti
lunedì 4 febbraio 2008
folletti tra gli appennini
era dicembre del 2006 e passeggiavo in un bosco tra la liguria e il piemonte.
in mezzo al bosco scorreva un fiume con tanto di cascatelle a susseguirsi.
sono certo di avere scorto tra le foglie dei folletti che saltellavano quasi certi di non essere visti...
sabato 2 febbraio 2008
suite argentata per orchestra
spesso ci troviamo a riconsiderare posizioni prese o situazioni lasciate.
indipendentemente dalla nostra volontà cosciente ci rendiamo conto che il nostro inconscio spesso predomina.
a volte ci troviamo in circostanze che ci portano a fare cose che normalmente non faremmo.
non fare al prossimo tuo ciò che non vorresti fosse fatto a te stesso, per esempio, è qualcosa che si dovrebbe rispettare, ma che, a volte, il nostro inconscio, ci porta a violare.
quando poi di mezzo c'è la mente di un'altra persona con il suo inconscio e le volontà maligne di due pensieri inconsapevoli si incontrano, si perde completamente il controllo della situazione e ci si trova ad avere fatto cose che normalmente non reputeremmo consapevolmente corrette, nè giuste.
ma poi alla fine, grazie a dio non compiamo ogni nostra singola azione seguendo la ragione!
sarebbe tarpare le ali alla nostra libertà di azione, a ciò che rende l'uomo meraviglioso in quanto fallibile, imperfetto.
poi bisogna però fare i conti con la realtà che ci riporta a terra.
e lì iniziano i problemi.
potessimo agire seguendo l'istinto come gli animali.
perdere il senno e corteggiare una donna che non ti piace per il semplice e sottile gusto della seduzione...
sedurre ed indurre in tentazione la donna di un altro....
e vogliamo parlare poi del sottile piacere di dedicarsi a sogni impossibili?
chiudo questo post con una poesia che ho scritto in una sera di Dicembre del 2001 pe runa donnna impossibile e lontana che ora ormai fa la diplomatica a Jakarta:
Ho visto angeli bagnarsi gli occhi nello specchio del mio bagno;
ho visto sirene giocare a palla nelle cascate della mia doccia;
ho visto satiri fornicare dietro la mia porta aperta su non so dove.
Ma dove ero io?
Ero forse sui tetti del cielo a respirare?
Oppure nei deserti umidi del Kalahari a prendere il sole?
O ancora a contare i fili d’erba del mio giardino?
O in nessuno di questi luoghi...
Ero steso sotto il mio letto di noce e castagno;
guardavo Orione dalla mia finestra socchiusa;
odoravo gli incensi delle Indie bruciare solitari sul mio comodino.
Ma dove ero io?
Vagavo tra il ricordo di te
e i viaggi che non abbiamo mai fatto;
mi aggiravo in silenzio nella tua casa
e sedevo vicino al letto dove tu dormi,
per ascoltare il tuo respiro di rosa
e il battito lieve del tuo cuore di fata.
Perché fuggi, Principessa?
Perché sei triste, Principessa?
Io sarò con te, quando lo vorrai.
Oppure fuggirò lontano,
ad un tuo desiderio.
Voglio vederti sorridere, Principessa.
Ma tu sai dove sono io?
Sono accanto a te,
nei pensieri;
sono in fondo al mio bicchiere di vino
ed alle mie foglie di tè;
Sono tra i gatti che urlano alla tua finestra.
Io sono il gatto rosso,
con la coda bianca e gli occhi verdi;
io sono il gatto che sta in silenzio,
ma non se ne va;
io sono...il gatto che aspetta.
venerdì 1 febbraio 2008
piccoli panda crescono
mercoledì 30 gennaio 2008
il passato in una teiera
giovedì 24 gennaio 2008
habemus LOGO!!!
Ebbene si, dopo lunghe e travagliate nottate all'inseguimento di questa chimera, di questa catedrale nel deserto, infine abbiamo partorito questo essenziale accostamento di colori, questo piccolo capolavoro di design marchiato made in Italy.
Il nostro piccolo circolo enduristico-massonico ha visto la luce tra macchie di fango, canti bucolici, inni silvestri, all'ombra di un grande baccanale, il lupercale, simbolo dello spirito del club.
A breve sentirete parlare di noi.
o forse non ne sentirete parlare afatto, visto che è un gircolo quasi segreto, che vive nell'aombra della legalità.... hahahahahhahah!!!!
sabato 19 gennaio 2008
cafetin de buenos aires
renato
lunedì 7 gennaio 2008
scritto il 30 Agosto 2004
Sto andando in Sud America.
Voglio sapere che tempo fa, cosa mangia la gente, cosa pensa, cosa fanno la sera.
Sto per avvicinarmi alla terra che diede i natali al Che, a Borges, al tango.
Ci sono ancora molti ostacoli da superare: gli esami, l’università, la certezza di avere un lavoro laggiù, ma il mio sogno è già iniziato.
Il mio cuore è già tra le Ande ed il mare, sto remando sul Rio de las Amazonas a bordo di una canoa Shuar.
Ho già degli amici laggiù ed una squadra di rugby.
Il mio lavoro mi porta in giro attraverso il Perù, il Chile, il Brasile, l’Uruguay e la Bolivia.
Sulle rive del lago più alto del mondo in Bolivia, stretto in una coperta per vincere il freddo, sulla superficie dell’acqua vedo la città eterna e gli antichi romani passeggiare al fianco degli Incas e dei Maya.
Ci sono Vestali e dei dai nomi strani come Quezalcoatl.
Con gli occhi guardo già Buenos Aires e le sue notti da favola, tra birre gelate e tanghi ballati per strada con ballerine sconosciute.
Nell’aria qualche verso di Borges: “…la vita è fatta di momenti: non ti perdere quello di adesso.”
Ricordo i momenti che ho passato prima di arrivare qua, quelli che mi restano e che mi accompagneranno in questa vita.
Rivedo una mattina di Agosto una sveglia che lampeggia numeri rossi, una colazione consumata con la donna dei sogni, la compagna di tutti i viaggi.
Torno a giocare con le ombre e le luci che danzano sul suo viso, odoro di nuovo la sua pelle pulita, l’aroma di tabacco misto a sapone della sua chioma.
La bacio ancora e trovo nuovamente quella sensazione di tenerezza che accompagna da sempre il suo ricordo.
Quella mattina ho lasciato una parte di me sotto le mani che mi hanno accarezzato e su quel viso che ho baciato.
Ora sono in Sud America e lei mi sta accompagnando nascosta in qualche angolo del mio cuore.
Ballo ora con delle sconosciute per le strade di Buenos Aires e cerco nei loro occhi l’immagine di lei.
Le nostre strade si incrociarono in un pomeriggio soleggiato di primavera alcuni anni fa e forse torneranno a unirsi come due serpenti corallo in amore: bellissimi e mortali.
Dall’America latina le scrivo le lettere più belle che abbia mai letto: “Sapessi com’è bello il cielo a Belgrano questa sera…”; ogni volta che c’è la luna nera quaggiù la immagino piena alle latitudini di Roma e mi viene in mente quando, per scherzo, le dicevo di non guardarla perché avrebbe potuto trasformarsi.
Ma se questa mia vita è uno spettacolo che sta andando in scena ed io sono l’attore protagonista, allora “the show must go on!”.
Mi sveglio ora nella mattine di Agosto, le stesse che avevamo diviso, e c’è la nebbia e fa freddo qui, a Buenos Aires.
Sia gli uomini che le donne hanno freddo.
I nostri corpi non sono che veicoli per le sensazioni, dissi una sera.
Ma non era tempo, non era luogo e non c’erano orecchie adatte.
Sogno di reincarnarmi all’infinito non per raggiungere l’illuminazione, ma solo per stare di nuovo con lei.
Nelle vacanze di Agosto, quando tutti lasciavano la città eterna e restavo da solo per le vie del centro a fare l’amore con Roma, pensavo che, forse, se si può amare una città come una donna allora, forse, si può amare una donna come fosse una città.
La si potrebbe percorrere ad ogni ora per guardarla sotto diverse luci e poi, ogni tanto, meravigliarsi scoprendone un aspetto nuovo, rimanere sorpresi di fronte ad un vicolo sconosciuto.
Se Roma fosse Buenos Aires e questa fosse Lei, allora l’amerei con tutto il cuore.
Farei così l’amore per la prima volta con la certezza di non rimanere deluso.
Bacerei ogni centimetro quadrato della sua superficie come se fosse la prima e l’ultima volta, con il fascino di una scoperta e la passione di un addio, per amarla tutta insieme in seguito con lunghi baci appassionati e sguardi fermi ed ammiranti.
Questo sogno non so dove mi condurrà.
Forse è un sogno di una notte di fine estate, popolato di fate ed esseri fantastici; la cosa più magica è il ricordo incredibile di quella mattina di dolcezza semplice che mangiammo insieme, inzuppandola nel latte e nel caffè e nascondendola nel cuore dei croissantes.
Ma adesso si suicida la notte e non so come salvarla.
E con essa torno a Roma, alla mia solitudine amata e solitaria.
Torno alle mie culle fatte di memoria e rose bianche, città mai viste e domani non ancora giunti.
Sono a via Margutta e sono vicine le luci dell’alba.
La voce gracchiante di un bel corvaccio dice: “Signore delle fate, svegliati! L’alba si avvicina! Dalla notte e dal silenzio giunge la mattina.”
Lancio l’ultimo bacio alla mia grandiosa amante sperando che il Ponentino lo trasporti sul suo viso per scaldarlo e farle sapere che lontano, più lontano nel tempo e forse vicino a questo momento, qualcuno le ha pensato.Lontano, più lontano nello spazio e forse nei pressi di questa aiuola, qualcuno le ha scritto.
mercoledì 2 gennaio 2008
sulle scelte
si capisce che tutto ha un prezzo.
qualunque scelta facciamo nel corso della nostra vita, nel bene o nel male, ha un prezzo da pagare.
il prezzo può essere alto o basso a seconda dei punti di vista e delle situazioni.
il segreto, forse, è lasciarsi guidare dal proprio cuore nelle proprie scelte oppure, se si crede in questo, dalla parte "illuminata" di noi stessi.
cambiare una città per un nuovo lavoro significa lasciare amici, posti, luoghi per qualcosa di nuovo e sconosciuto.
per alcuni è improponibile, per altri un sacrificio, per alcuni, invece, è semplicemente un'avventura.
stare con una persona, condividere con lei tutto ciò che costituisce la nostra vita, può essere bellissimo.
se questa persona poi ti fa sentire amato è sublime.
ma che succede se un giorno ti accorgi che non ricambi lo stesso sentimento? se, pur volendole molto bene, ti rendi conto che non potrai mai renderla felice come merita? non potrai mai darle ciò che vorrebbe?
è difficile accettarlo, superare il proprio naturale egoismo, ma, seguendo il proprio cuore e ascoltando quel che ti dice il sentimento che provi per lei, la cosa giusta da fare è lasciarla andare.
e quindi la lasciai andare.
contro il mio egoismo.
ascoltando il mio cuore.
e forse lei sarebbe stata felice.
un giorno al telefono scopri che ha trovato un nuovo amore, ancora umido di rugiada.
e tu sei spezzato.
da una parte felice nel sentire la sua felicità e nel capire che la tua scelta è stata giusta per lei.
dall'altra...bhè...un pò di tristezza per un qualcosa che finisce, per il ricordo dei momenti bellissimi passati in sua compagnia, per ciò che avete condiviso...e forse un pò di sana gelosia. :-)
ma il sole sorge ogni giorno e ogni giorno va affrontato.
un vecchio tango sussurrava..."Late un corazón,déjalo latir...Miente mi soñar,déjame mentir...Late un corazón porque he de verte nuevamente,miente mi soñar porque regresas lentamente....."
spero di avere fatto la cosa giusta.
e che il prezzo sia equo.
volere bene a qualcuno fino al punto di decidere di rinunciarvi per la sua maggior felicità...sembra un controsenso.
buona fortuna chiaretta!
ti regalo un versetto di Shakespeare, tutto per te, da gustare sulle labbra e tenere vicino al cuore se ti sentirai mai sola.
"True, I talk of dreams,