lunedì 25 febbraio 2008

Johnny Palomba



REI "TUTTA LAVITA A CREA' SUONI SU E GIU' PE' STORGANETTO A TASTONI" chenfatti stofirm se chiama rei chenfatti parla de uno che sechiamava popo come lintitolo rei che se sechiamava enzo allora pure erfirm sechiamava enzo mannunera ugguale chenfatti allora rei è uregazzetto ceco e negro chenfatti lamadre ie dice atté taddetto popo male manno' tantissimo penza se eri negro ceco eppure daalazzio allora infatti rei semette assona' la pianola eddiventa famoso perché sona bene chenfatti fa popo che isordi allora sesposa cona pischella mora mappoi fa umpò come iepare essammucchia umpò cottutte eallora cuanno lamoiie sencazza lui ie dice maché davero? nuneri tu? eee devi avè pazzienza sò ceco e lamoiie ie dice no sei umparaculo allora poi rei semagna la droga essona semagna ladroga essona eppoi ancerto punto semagna tarmente tanta droga che ie se ripropone tutta e ie fà male la panza e sta alletto e nuiabbasta larcaserzer chenfatti lui serivede decuanno era piccoletto chenfatti rivede erfratello piccoletto che rei se lo voleva fa arsugo eppoi rivede lamadre che ie dice arei ricordate cuello che te dichio nella vita vedi....estoascherzà! namico cantante demicuggino nunà venduto manco undisco. è muto.

venerdì 22 febbraio 2008

del silenzio

molti sono i silenzi che ci circondano.
immaginiamo un mostro feroce dai mille volti, il silenzio.
un animale assetato che giace tra un parola e l'altra, assetato ed affamato, pronto ad inserirsi con una pausa, con una riflessione.
vince sempre lui.
il silenzio ha dei figli, io sono tra questi.
mi sono dovuto adeguare alla società per farne parte, ma non dimentico mai chi sono e di chi sono figlio.
mi sconcerta il fatto che le persone normali lo temano.
in realtà è come una madre che ci coccola quando dormiamo, che ci guida nei nostri pensieri, che ci porta verso noi stessi.
se qualcuno sceglie il silenzio con me, non lo capisco.
non mi stai negando nulla.
vale più un silenzio di mille parole.
so che nel silenzio ci sono confusione, ripensamenti, decisioni affrettate, vendette...tutti i sentimenti tipici di chi crede di poter usare il silenzio come un'arma per difendersi o per attaccare.
a volte scudo, a volte spada.
ma saprà resistere al mio sguardo silenzioso?
saprà rimanere in silenzio e girarsi verso se stessa? verso il proprio io?
se lo facesse, si scontrerebbe con le paure, le vendette, la confusione che l'hanno portata a usare un'arma.
silenzio stampa, silenzio radio, silenzio musicale, pause, assenza di rumore....
il timore è la parola.
quando ti parlano senza provare emozioni, freddi e senza timore.
non hanno bisogno di difendersi, il silenzio perde il suo potere.
ma ora si sta difendendo con il silenzio, ed in silenzio resterò.
ma sento dentro di lei un urlo lacerante, che strazia le viscere ed è contenuto a forza.
non basta uno svago, che sia lavoro o affetto, a rinchiudere quel grido potente.
come l'urlo di munch appare la persona che contiene l'urlo.
il silenzio è di chi sa che sta sbagliando o di chi aspetta conferme.
tu quale sei dei due?

giovedì 21 febbraio 2008

a Chiara...

Un esercito di cavalieri, dicono alcuni,
altri di fanti, altri di navi,
sia sulla terra nera la cosa più bella:
io dico, ciò che si ama.
È facile far comprendere questo ad ognuno.
Colei che in bellezza fu superiore
a tutti i mortali, Elena, abbandonò
il marito
pur valoroso, e andò per mare a Troia;
e non si ricordò della figlia né dei cari
genitori; ma Cipride la travolse
innamorata.
...
...
ora mi ha svegliato il ricordo di Anattoria (Chiara)
che non è qui;
ed io vorrei vedere il suo amabile portamento,
lo splendore raggiante del suo viso
più che i carri dei Lidi e i fanti
che combattono in armi.

mercoledì 20 febbraio 2008

so che stai leggendo...

mi manchi...torna.
il mio cuore è con te da più di un anno ormai e potrebbe essere ancora per tanti altri anni...

28 Febbraio 2008

il 28-2-2008 presso il SERPENTE PUB in via dei Marsi 21 zona San Lorenzo (Roma) si svolgerà una serata a scopo benefico dedicata all'enduro per promuovere e sostenere il PROGETTO MEONI in Africa.durante la serata si raccoglieranno le offerte a favore dell'ACTION RUE ossia un progetto che vede il recupero di alcune centinaia di bambini orfani o abbandonati che vivono all'aperto intorno alle scogliere e all'aeroporto di Dakar. Con una piccola offerta libera o solamente partecipando alla serata visto che su ogni consumazione ci sarà una percentuale donata al progetto potremmo far vaccinare,sfamare e togliere dalla strada qualche bambino non propio fortunato.Tutto il ricavato verrà devoluto all'ONLUS l'associazione fondata da padre Arturo Buresti grande amico di Meoni, questa organizzazione non lucrativa e basata sul volontariato e si assicura sotto vigile controllo che ogni offerta arrivi direttamente a chi ha bisogno.Detto ciò venite numerosi e portate anche gli amici che oltre a far del bene ci sarà da divertirsi!!

martedì 19 febbraio 2008

Pink Team Roma sul National Geographic!!


infrasettimanale




lunedì sera squilla il cell: ciao carlo, sono fabrizio, domani mattina vado a fare un giro in fuoristrada a tolfa, ti va di venire?
io: a che ora?
lui: alle nove e mezza all'uscita dell'autostrada di santa severa...
io: ok
alle otto di mattina parto da casa e mi ricnogiungo con gli amici: knero(fabrizio), sandrino 72, motoretta e un ultimo che non mi ricordo come si chiama.
ci si prepara, si accendono le moto, le scarrellano e si parte.
mi guardano tipo un alieno: loro con moto di max 100 kg ed io con la Kappona da 160 kg senza benzina; loro con le gomme tassellate ed io con le enduro stradali...
allora mi do da fare per stargli dietro e non faccio manco fatica!
sta motorella che mi sono preso mi porta davvero dappertutto
infatti mi guardano come un alieno ancora di più per il fatto che gli sto dietro e faccio le stesse cose che fanno con le loro moto.
soddisfazione estrema!
alla fine del giro il mio trip master segna 83,7 km senza vedere l'asfalto!
che bello!
purtroppo ssandrino si è fatto male ad un pollice in una caduta.
penso che fosse perchè era poco allenato e neofita delle moto da off.
poco male, ci si ferma e lo si aiuta a ripartire: in fondo non è per questo che si esce in gruppo?
il sito di enduro-roma.it si sta rivelando un coacevo di persone brave e simpatiche.
sono tornato a casa alle 15 e 30 stanco, sudato, puzzolente e sporco, ma pronto a ripartire...tra qualche giorno.
tutte le foto le trovate qui:

ode alla ninfa degli appennini

A volte penso come fosse un sera di autunno,
con il tuo ricordo dolce e fresco sulle labbra,
Il mio pensiero è fatto di lucciole e zanzare,
di boschi freschi e uva matura.
Tra le viti scopro ombre,
Tra le ombre c’è anche la tua,
Scappata e verrai a cercarla.
Io sarò lì ad attenderti sveglio.
Vorrò un bottone di corno prima del sonno,
vorrò un sorriso prima della notte,
vorrò una carezza con il tuo profumo
e un passero che dorma ai miei piedi.
Gli uncini saranno lontani da noi,
ci guarderemo tranquilli,
indisturbati….e faremo l’amore.
A poco a poco, senza fretta.
Un passo alla volta lentamente
Porta lontano lungo un sentiero.
Sarà un istante che durerà tutta la vita.
Vivrà con me, questo bel ricordo.
Questo bel momento vissuto
come se fosse estate,
con la pioggia ed il freddo fuori.
Con la noia fuori,con tutto il mondo fuori
dal nostro abbraccio,
dal mio bottone di corno
e dal tuo ditale,dai miei occhi verdi
e dal tuo sorriso di perla.
Non ci saranno distanze,né tentennamenti,
solo piccole scintille da crescere,
piccole luci da far germogliare.
E nella mia sera d’autunno
Si vive al contrario,si parte dalla fine.
Si inizia ricordando l’accaduto.
E poi indietro fino al principio.
Fino agli occhi da cerbiatto,
al piccolo panda
ed al sorriso del mattino.

massima del 19 Febbraio alle 7:34 a.m.

Ho trascorso gran parte della mia vita aspettando momenti migliori e non mi accorgevo che i momenti migliori erano quelli in cui aspettavo. (E. Cavalli)

sabato 16 febbraio 2008

No me pregunten porque....

¡Muchachos!...
Si cualquiera de estas noches
me ven llegar al café,
tambaleando medio "colo"
babeando y hablando solo,
¡no me pregunten por qué!

Borracho...
Con la melena revuelta,
la corbata floja y suelta
y con rencor al mirar,
no me pregunten, muchachos,
por qué he venido borracho
y de mi tengan piedad.

En la luz de unos ojos divinos
se embriagaba mi alma y mi fe
y en la copa de miel sus labios
hasta ayer de pasión me embriagué.
Hoy que vivo de nuevo en tinieblas
añorando la luz de su amor
necesito hundir mi existencia
y es por eso que busco el alcohol.

¡Muchachos!...
Si cualquiera de estas noches
me ven llegar al café
tambaleando medio "colo"
babeando y hablando solo¡
no me pregunten por qué!

Borracho...
Refugiado en el alivio
del brebaje dulce y tibio
que nos prodiga el licor.
tal vez me olvide de aquella
que hasta ayer fuera mi estrella
y hoy me mata de dolor.

traduzione:

Ragazzi!…
Se una qualsiasi di queste sere
Mi vedete arrivare al caffè,
traballando mezzo matto
sbavando e parlando da solo,
non chiedetemi perché!

Ubriaco...
Con i capelli arruffati,
la cravatta floscia e senza nodo
e con lo sguardo rancoroso,
non chiedetemi, ragazzi,
perché sono arrivato ubriaco
ed abbiate pietà di me.

Nella luce di occhi divini
Si ubriacava la mia anima e la mia fede
E nella coppali miele delle sue labbra
Fino a ieri mi ubriacavo di amore.
Oggi che vivo nuovamente nelle tenebre
Rimpiangendo la luce del suo amore
Ho bisogno di affondare la mia esistenza
E per questo cerco l’acol

Ragazzi!…
Se una qualsiasi di queste sere
Mi vedete arrivare al caffè,
traballando mezzo matto
sbavando e parlando da solo,
non chiedetemi perché!

Ubriaco...
Rifugiato nel sollievo
Della pozione dolce e tiepida
Che ci fornisce il liquore.
Magari mi dimenticassi di quella
Che fino a ieri è stata la mia stella
Ed oggi mi uccide di dolore.

per ascoltarla clikkate qui:
http://www.todotango.com/spanish/download/player.asp?from=Letra&id=1161

venerdì 15 febbraio 2008

di tutto Shakespeare....

uno dei passi più belli......

Mercutio:

O then I see Queen Mab hath been with you.
She is the fairies'midwife, and she comes
In shape no bigger than the agate stone
On the forefinger of an alderman,
Drawn with a team of little atomi
Over men's noses as they lie asleep.
Her charriot is an empty hazelnut
Made by the joiner squirrel or theold grub,
Time out o'mind the fairies'coachmakers;
Her waggon-spokes made of long spinners'legs,
The cover of he wings of grassohoppers,
Her traces of the smallest spider web,
Her collar of the moonshine's watery beams,
Her whip of cricket's bone, the lash of film,
Her waggoner a small grey-coated gnat,
Not half so big as a round little worm
Prick'd from the lazy finger of a maid;
And in this state she gallops night by night
Through lovers' lips, who straight dream on fees;
O'er ladies'lips, who straight on kisses dream,
Which oft the angry Mab with blisters plagues
Because her breaths with sweetmeats tainted are.
Sometime she gallops p'er cpurtier's nose
And the dreams he of smelling out a cuit;
And sometimes comes she with a tithe-pig's tail,
Tickling a parson's nose as a lies asleep;
Then dreams he of another benefice.
Sometimes she driveth o'er soldier's neck
And the dreams he of cutting foreign throats,
of breaches, ambuscados, Spanish blades,
Of healths five fathom deep; and then anon
Drums in his ear, at which he starts and wakes,
And being thus frighted swears a prayer or two
And sleeps again. This is that very Mab
That plaits the manes of horses in the night
And bakes the elf-locks in foul sluttish hairs,
Which, once untangled, much misfortune bodes.
This is the hag, when maids lie on their backs,
That presses them and learnd them first to bear,
Making them women of good carriage

metto anche la traduzione:

Ah, vedo che la regina Mab è venuta a trovarti,
lei, che tra le fate è la levatrice, e viene,
non più grnade d'un'agata al dito di un consigliere,
tirata da un equipaggio di invisibili creature
fin sul naso di chi giace addormentato.
Il suo cocchio è un guscio di nocciola
lavorato dallo scoiattolo falegname o dal vecchio lombrico,
da tempo immemorabile carrozzieri delle fate.
I raggi delle ruote sono fatti con le lunghe zampe dei ragni,
la capote con ali di cavalletta,
le redini conla ragnatela più sottile,
le bardature con umidi raggi di luna,
la frusta con l'osso di un grillo, la sferza d'impercettibile filo,
il cocciere è un moscerino dalla grigia livrea,
più picolo della metà del vermetto tondo
colto dal dito delle fanciulle pigre.
Su questo cocchio, notte dopo notte, galoppa nelle menti degli amanti
riempiendole di sogni amorosi;
Oppure eccola sulle ginocchia dei cortigiani,
che subito sognano riverenze;
o sulle dita degli avvocati, che sognano allora parcelle;
o sulle labbra delle donne che sognano allora baci,
e che invece spesso, la perfida Mab ricopre di bollicine,
adirata per l'alito che sente di dolciumi.
Altre volte galoppa sul naso di un gentiluomo di corte,
e quello in sogno sente allora il sapore di una supplica ben ricompensata;
oppure s'avvicina, con la coda d'un porcellino della decima,
a sfiorare il naso d'un curato addormentato,
e costui subito sogna un benefizio ancor più grasso;
altre volte, col suo cocchio, si spinge sul collo d'un soldato
suscitando sogni di gole tagliate, d'imboscate,
d'assalti e di lame di Toledo,
di brindisi in coppe profonde cinque tese;
poi, all'improvviso, è sempre lei
che gli fa risuonare il tamburo nell'orecchio,
svegliandolo di colpo,
e lui apre l'occhio, impaurito, bestemmia una preghiera o due,
quindi, assonnato, ricade addormentato.
Ed è la stessa Mab che di notte intreccia le criniere dei cavalli,
facendo con i loro luridi crini nodi d'elfi
che a scioglierli porta grave sventura.
E' lei la strega che se trova vergini supine
le copre, insegnando loro come sopportare un peso,
rendendole donne di buon portamento.

sogni dolci sogni

C’era una volta, in una casetta nascosta in mezzo alle montagne, in una valle attraversata da un fiume e costellata di castelli, un bambina molto speciale.
Aveva i capelli biondo cenere e gli occhi verdi con un taglio strano, simile a quelli di un cerbiatto.
I genitori della bambina venivano dalla grande città, ma avevano abbandonato tutto per poter vivere la vita con dei ritmi antichi e fare crescere la loro bambina in modo sano, tra i boschi e le montagne.
La piccola passava le giornate in giro per i boschi e alla sera, quando tornava a casa, raccontava storie fantastiche, di gnomi e folletti, lepriacani e fate.
Tutto il giorno a rincorrere farfalle e poi a ballare con la gente del piccolo popolo del bosco ed il suo gatto che la seguiva dappertutto.
Un giorno, mentre passeggiava con il suo papà e la sua mamma, vide un folletto e lo rincorse per fargli conoscere i suoi genitori.
La bimba non riuscì a prendere il folletto e i suoi genitori non lo conobbero mai.
In realtà lei sospettava che i grandi non potessero vedere gli abitanti segreti del bosco, finché si rese conto che solo lei poteva.
Lei, l’unica bimba di tutto il bosco.
Un giorno si avvicinò al suo papà e gli chiese: “Papà, ma perché io posso vedere i folletti e voi no?”
Il suo papà la prese in braccio con fare molto serio e le disse: “Sofia, solo tu puoi vedere il piccolo popolo, questa valle e questo fiume, perché in realtà non esisti. Sei solo un sogno. Sei una bimba in potenza ed un sogno in atto, come direbbe un vecchio greco. Sei frutto della mia immaginazione. In realtà vivo in una città, appena posso scappo nei boschi a cercare le tracce del piccolo popolo che ho perso quando sono cresciuto ed ora sto dormendo nel mio lettino, cercando di ignorare i rumori della strada, dimenticando la solitudine e l’amarezza dei miei errori, mi consolo con il tuo sogno, con quello della tua mamma, della valle nascosta e del piccolo popolo. Appena mi sveglierò non esisterai più. La sera quando tornerò a dormire, giocheremo ancora e mi racconterai le tue storie di gnomi e di fate, di lepriacani e folletti”
“Papà, ma sei sicuro che mi sognerai ancora?”
“Sofia, sono otto mesi che ti sogno ai cinque angoli del mondo e continuerò a sognarti ancora a lungo”
A quel punto la bimba di dissolse in un battito di ciglia ed uno sbadiglio e l’uomo seppe che avrebbe dovuto affrontare il nuovo giorno, in quella vita così lontana dal suo sogno.
I primi rumori che ascoltò gli rovinarono la giornata, il letto vuoto lo fece sentire solo e gli odori della strada lo lasciarono perduto.
E passò la giornata sognando di tornare a dormire, di ascoltare le storie della piccola Sofia.

martedì 12 febbraio 2008

una domenica con il pink team roma


in occasione dela prima domenica di sole il pink team si è riunito e ha fatto rotta verso i monti della tolfa per sfogare il proprio bisogno di fango.risveglio brutale verso le 8 e mezza dopo essere stato fino alle due di notte in garage a ritoccare una moto che poi non potrà partecipare.colazione con barney, maurizia e mr sporco 2008, alias moroboschi degli sporchi enduristi.le partecipanti al giro sono: lc4 640 advlc4 enduro530africa twin modificatissimaci avviamo in moto e furgone verso l'autostrada ed usciamo a santa severa, dopo poco ci buttiamo in una strada bianca che comincia a salire verso le montagne, questi vulcani inattivi tra la bassa maremma ed il lazio, densi di siti etruschi, la zona nota come tuscia.i 4 eroi partono a 3000 e si fermano solo verso l'una nel paese di tolfa dove arrivano per caso grazie alle indicazioni di un contadino simpatico (quello prima voleva spararci)a questo punto il pink team sostiene una grande prova a tavola assaltando bruschette, pomodori secchi, carciofi sott'olio, fagioli in umido, funghi trifolati, olive infornate, ricotta salata con l'olio e il pepe, affettati vari ed eventuali, spacando la prima bottiglia di vinello rosso. non contenti i tre carnivori attaccano il maialino al forno con i friarelli (non ho idea di come si chiamino in italiano), mentre io mi avvento su un piatto di fettuccine caserecce con i funghi in bianco. segue secodna bottiglia di vino, caffè e amaro.adesso inizia la parte più dura dell'enduro: alzarsi da tavola.la voglia di buttarsi nel primo praticello con un fiorellino in bocca a prendere il sole e a fare una pennica è fortissima.il richiamo della foresta prevale e ci lanciamo in un sentiero indicatoci dal contadino simpatico di cui sopra che dovrebbe portare ad un sito archeologico etrusco.arriviamo in cima e, come premio, troviamo un magnifico balcone di pietra sulla vallata sottostante sin verso il lago di bracciano.al ritorno cambiamo percorso e ci infiliamo in un sentiero nel sottobosco che finisce in una mulattiera di pietre in salita di difficoltà media.rudi in avanscoperta torna a dirci che il snetiero continua e non siamo blocati nel bosco allora parto io con le enduro 3 che NON mordono il terreno e, con l'aiuto di qualche triangolazione astrologica favorevole, arrivo in cima a questa pietraia di 300 metri.segue l'africona senza problemi, poi mauriziA p. e barney che con il 530 ci passava sulle orecchie.in quel momento vediamo mille sentieri sconosciuti che attendono di essere esplorati, ma sono le 16 e il sole sta tramontando.mentre scendiamo verso l'automobile il mare sullo sfondo si tinge di rosso fuoco e la grossa arancia solare si tuffa in esso all'orizzonte....sembravamo 4 cowboy sul loro cavallo....rientro a casa alle 21, stanco morto, ma felice della bella giornata e della meravigliosa compagnia.

Sull'addio

giovedì 7 febbraio 2008

Darby o'Gill e il re dei folletti




Pretty Irish Girl


Have you ever seen the seagulls
Ah flyin' over heather
Or the crimson sails
On Goey Bay
The fishermen unfurl


The earth is filled with beauty
And its gathered all together
In the form and face and dainty grace
Of a pretty Irish girl


Oh she is my dear and darlin' one
Her eyes are sparklin' full of fun
No other, no other
Could match the likes of her


Oh she is my dear my darlin' one
My smilin' and beguilin' one
I love the ground she walks upon
My pretty Irish girl


lunedì 4 febbraio 2008

folletti tra gli appennini



era dicembre del 2006 e passeggiavo in un bosco tra la liguria e il piemonte.
in mezzo al bosco scorreva un fiume con tanto di cascatelle a susseguirsi.
sono certo di avere scorto tra le foglie dei folletti che saltellavano quasi certi di non essere visti...
tra lo scrivia, il borbera ed il vobbia, i folletti saltellano indisturbati in inverno e si nascondono d'estate quando arrivano i turisti in cerca di fresco.
tutto finì in focaccia, gorgonzola e nebbiolo.
chissà, forse un giorno incontrerò ancora i folletti in giro per il mondo....

sabato 2 febbraio 2008

suite argentata per orchestra

quante sono le cose che ci appartengono?
spesso ci troviamo a riconsiderare posizioni prese o situazioni lasciate.
indipendentemente dalla nostra volontà cosciente ci rendiamo conto che il nostro inconscio spesso predomina.
a volte ci troviamo in circostanze che ci portano a fare cose che normalmente non faremmo.
non fare al prossimo tuo ciò che non vorresti fosse fatto a te stesso, per esempio, è qualcosa che si dovrebbe rispettare, ma che, a volte, il nostro inconscio, ci porta a violare.
quando poi di mezzo c'è la mente di un'altra persona con il suo inconscio e le volontà maligne di due pensieri inconsapevoli si incontrano, si perde completamente il controllo della situazione e ci si trova ad avere fatto cose che normalmente non reputeremmo consapevolmente corrette, nè giuste.
ma poi alla fine, grazie a dio non compiamo ogni nostra singola azione seguendo la ragione!
sarebbe tarpare le ali alla nostra libertà di azione, a ciò che rende l'uomo meraviglioso in quanto fallibile, imperfetto.
poi bisogna però fare i conti con la realtà che ci riporta a terra.
e lì iniziano i problemi.
potessimo agire seguendo l'istinto come gli animali.
perdere il senno e corteggiare una donna che non ti piace per il semplice e sottile gusto della seduzione...
sedurre ed indurre in tentazione la donna di un altro....
e vogliamo parlare poi del sottile piacere di dedicarsi a sogni impossibili?
chiudo questo post con una poesia che ho scritto in una sera di Dicembre del 2001 pe runa donnna impossibile e lontana che ora ormai fa la diplomatica a Jakarta:

Ho visto angeli bagnarsi gli occhi nello specchio del mio bagno;
ho visto sirene giocare a palla nelle cascate della mia doccia;
ho visto satiri fornicare dietro la mia porta aperta su non so dove.
Ma dove ero io?
Ero forse sui tetti del cielo a respirare?
Oppure nei deserti umidi del Kalahari a prendere il sole?
O ancora a contare i fili d’erba del mio giardino?
O in nessuno di questi luoghi...
Ero steso sotto il mio letto di noce e castagno;
guardavo Orione dalla mia finestra socchiusa;
odoravo gli incensi delle Indie bruciare solitari sul mio comodino.
Ma dove ero io?
Vagavo tra il ricordo di te
e i viaggi che non abbiamo mai fatto;
mi aggiravo in silenzio nella tua casa
e sedevo vicino al letto dove tu dormi,
per ascoltare il tuo respiro di rosa
e il battito lieve del tuo cuore di fata.
Perché fuggi, Principessa?
Perché sei triste, Principessa?
Io sarò con te, quando lo vorrai.
Oppure fuggirò lontano,
ad un tuo desiderio.
Voglio vederti sorridere, Principessa.
Ma tu sai dove sono io?
Sono accanto a te,
nei pensieri;
sono in fondo al mio bicchiere di vino
ed alle mie foglie di tè;
Sono tra i gatti che urlano alla tua finestra.
Io sono il gatto rosso,
con la coda bianca e gli occhi verdi;
io sono il gatto che sta in silenzio,
ma non se ne va;
io sono...il gatto che aspetta.

venerdì 1 febbraio 2008

piccoli panda crescono

"non abbiamo bisogno di liste
di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato,
abbiamo bisogno di libri, di tempo e di silenzio.
Non devi è presto dimenticato,
c'era una volta è per sempre"