martedì 19 febbraio 2008

ode alla ninfa degli appennini

A volte penso come fosse un sera di autunno,
con il tuo ricordo dolce e fresco sulle labbra,
Il mio pensiero è fatto di lucciole e zanzare,
di boschi freschi e uva matura.
Tra le viti scopro ombre,
Tra le ombre c’è anche la tua,
Scappata e verrai a cercarla.
Io sarò lì ad attenderti sveglio.
Vorrò un bottone di corno prima del sonno,
vorrò un sorriso prima della notte,
vorrò una carezza con il tuo profumo
e un passero che dorma ai miei piedi.
Gli uncini saranno lontani da noi,
ci guarderemo tranquilli,
indisturbati….e faremo l’amore.
A poco a poco, senza fretta.
Un passo alla volta lentamente
Porta lontano lungo un sentiero.
Sarà un istante che durerà tutta la vita.
Vivrà con me, questo bel ricordo.
Questo bel momento vissuto
come se fosse estate,
con la pioggia ed il freddo fuori.
Con la noia fuori,con tutto il mondo fuori
dal nostro abbraccio,
dal mio bottone di corno
e dal tuo ditale,dai miei occhi verdi
e dal tuo sorriso di perla.
Non ci saranno distanze,né tentennamenti,
solo piccole scintille da crescere,
piccole luci da far germogliare.
E nella mia sera d’autunno
Si vive al contrario,si parte dalla fine.
Si inizia ricordando l’accaduto.
E poi indietro fino al principio.
Fino agli occhi da cerbiatto,
al piccolo panda
ed al sorriso del mattino.

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