giovedì 9 agosto 2012

08/08/2012


Si parte in auto facendo rotta verso il solito aeroporto, si parcheggia abusivamente come sempre e si aspetta un sacco di tempo per via del solito ritardo dell’aereo.
In qualche modo si arriva a Valencia e si comincia a giocare da subito con l’autista. Il mio destino è Burjassot, quartiere povero e un po’ malfamato per via dei gitanos, , in una strada intitolata ad un famoso tenore italiano che viveva in quella via con sua moglie, la marchesa del paesello ora divenuto quartiere della città. “sono tre anni che non torno a casa dei miei genitori” dico io, mentendo con arte; “en serio?” dice lui, stupito; insomma, ad un certo punto arriviamo nella strada dove c’è un intenso odore di vomito, che poi scoprirò essere l’odore delle carrube mature…il tassista mi guarda come si potrebbe osservare un giovane rampollo di famiglia mafiosa internazionale.
Arrivo alla casa, saluto l’amico, il maestro di musica classica, il rampollo del marchesato di spagna, il ras del quartiere (è una persona sola); mi aggiro per il castello, ampio, maestoso e in stato di affascinante rovina, quasi a emblema del decadimento…ci sentiamo subito due artisti del decadentismo francese, meravigliosamente in rovina morale e spirituale. Da li la prima informazione che cambierà il corso della vacanza: non c’è acqua corrente, solo taniche di acqua da cinque litri l’una con cui svolgere ogni funzione. Inizio a prevedere la regressione allo stato di punkabbestia nel corso della vacanza. La prima fase sarà di adattamento alle avverse condizioni in cui versa il castello. La seconda fase sarà di controllo dello spaccio e conquista del territorio. La terza sarà l’ampliamento del commercio e la conquista della città e di tutta l’autonomia valenciana…ma c’è troppo poco tempo a disposizione, quindi ci limiteremo a diventare squatters. La prima regola da rispettare in assenza di acqua corrente, in un castello diroccato, in procinto di vivere una vita da squatters è molto semplice: restare puliti! La seconda regola dello squatter è: amico di tutti…pertanto lo squatter dopo una settimana conoscerà la lingua dei topi, i dialetti dei ragni che popolano la casa, avrà stretto amicizia con il fantasma del castello, il quale, dopo anni di solitudine, vorrà trattare ogni sera temi di alta filosofia e discussioni sui differenti approcci interpretativi dei fatti storici accaduti, senza scordare la ciclicità della quale Tucidide parlò diffusamente. Tutto il quartiere saluterà lo squatter, anche se lo conosce solo di vista. Lo squatter dovrà assumere il ruolo di riferimento spirituale della comunità che circonda la casa occupata, in questo caso il castello. Il castello si trasformerà in tal modo nel punto di ritrovo della gioventù locale. Il che implicherà festa, alcol, droga gratis e sesso a volontà (secondo la fervida immaginazione dello squatter decadente).

Da bravi italiani all’estero prepariamo una matriciana di inizio vacanza con i prodotti locali…che ci faranno avere un simpatico mal di pancia a torturare il nostro riposo. Segue tour del castello e cena sul balcone vista parco con i due cani del parco, oso e negro. Pranzo condito con dell’ottima erba locale che ci permette di fare fronte alle nostre tristezze e istinti suicidi contingenti. Durante la cena una scena da film: lui, a petto nudo, tutto tatuato, pelato e con la barba, gli occhiali da intellettuale decadente…prende una brocca di plastica da 5 litri di acqua, la porta alle labbra e comincia a bere e si rovescia l’acqua sul petto lungo il collo..si gira, mi guarda negli occhi e dice: “perché l’uomo quando si abbevera….è come un leone!”. Inutile dire che la cosa ha suscitato quantomeno un minimo di ilarità. Decidiamo che il giorno dopo ci iscriveremo in palestra: doccia gratis! Da Venerdì a Domenica ci sarà la festa dei otri liberi nel paese e birra a 50 centesimi…prevedo terrore e distruzione. Particolare nota va fatta alla storia dell’impiccata della casa di sotto. Risulta che il padrone di casa, che viveva con la sua consorte marchesa, residente nella casa contigua, avesse una relazione con la senora de limpieza del castello. La marchesa scopre il misfatto e caccia la pobre senora de limpieza, la quale pensa bene di impiccarsi nel suo appartamentino nella casa patronale. La cosa strana è che il soffitto è troppo basso per impiccarsi…o meglio, io non morirei, toccehrei con i piedi per terra…quindi la signora in questione doveva essere davvero bassina. Quindi diviene la nana che si è impiccata al piano di sotto. Segue visione non integrale del colossal avatar e suonata al chiaro di luna con pianoforte scordato appartenuto al celebre tenore. Il tutto condito da musiche di vario tipo. L’aria guida della serata è “Boulevard of broken dream” dei Green Day. 

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