sabato 11 agosto 2012

10/08/2012


10/08/2012
Il marchese mi viene a svegliare per portarmi con la sua amica Anabel a vedere la corrida di piazza prevista per il giorno. Passiamo attraverso un cancello con le sbarre abbastanza larghe da par passare un uomo, ma troppo strette per un toro. In mezzo alla piazza un palco con dei ragazzi in cima che gridano. Ai lati della piazza ci sono delle gabbie strutturate allo stesso modo del cancello dove siamo entrati. Ad un certo punto fa il suo ingresso una vacca roana con lunghe corna bianche. I ragazzi la provocano e l’animale trotta spaventato nella piazza, intorno al palco, poi cerca di infilzare i ragazzi sul palco che si disperdono in un istante quando la vacca salta sul palco. Il gioco sta nel fare stancare l’animale e poi passare al successivo. Ci saranno sei vacche ed un toro per ogni sera, per tre gironi. Non mi piace il trattamento ricevuto dagli animali, ma rispetto la tradizione culturale antichissima di questo paese. Togliere i tori alla Spagna sarebbe come levare il Papa da Roma. Torniamo verso casa e ci fermiamo a prendere un caffè con un cubetto di ghiaccio. Sono le ore più calde e decidiamo di separarci per la siesta e la nostra amica ci raggiungerà più tardi. In qualche modo ci troviamo nella piscina comunale a fare il bagno e a rilassarci. Assaliti da un nugolo di mosche. L’unica soluzione è restare in piscina e poi scappare a farsi la doccia e rientrare in casa. Necessario pit-stop al supermercato dove acquistiamo ogni tipo di schifezza, dall’hummus al jamon, queso de cabra semi curado, gazpacho, sopresada espanola e via dicendo. Il rientro a casa prevede un’abbondante merenda a base di schifezze miste e birra. La conseguenza di tale azione è il fortissimo richiamo del letto, luogo in cui ogni squatter si rifugia nei momenti di grande stress emotivo, quali, ad esempio, le merende ipercaloriche. Ci svegliamo tardissimo per preparare la stanza per due nuovi membri della tribù degli squatters che stanno arrivando. Arrivati i nuovi adepti e sistematisi nella stanza del castello, usciamo in cerca di tori e cibo. Il cibo lo troviamo nella piazzetta della stazione della metropolitana, i tori…nella piazza chiusa. Stasera corre el toro embolado, così chiamato perché alle estremità delle corna gli vengono messe due palle infuocate per farlo correre ed individuare nella notte. I ragazzini corrono verso il toro che trotta e carica. Incontriamo Anabel, con tutto il suo gruppo di amici, che racconta tutta eccitata che in serata ci sono stati tre incornati: uno in testa, sulla fronte; un altro al lato del viso vicino al’occhio; il terzo è stato sbattuto contro la parete dal toro e ripetutamente sbattuto, mentre il malcapitato cercava di tenergli le corna. Gli spettatori in tardes de toros non si lasciano impaurire da queste cose e tornano sempre all’attacco, sempre pronti a cercare di dimostrare il proprio valore provocando il toro, incitandolo, scappando inseguiti. Una festa di popolo indubbiamente sanguigna. Sulla via del ritorno spieghiamo ai nuovi arrivati le regole dello squatter e gli illustriamo le strategie per restare puliti e diventare amici di tutti evitando i problemi. Nelle decrepite stanze del castello decadente, che meraviglia, i nostri squatter vanno a riposarsi preparandosi ad un’altra giornata di questo esperimento sociale.  

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