10/08/2012
Il marchese mi viene a svegliare
per portarmi con la sua amica Anabel a vedere la corrida di piazza prevista per
il giorno. Passiamo attraverso un cancello con le sbarre abbastanza larghe da
par passare un uomo, ma troppo strette per un toro. In mezzo alla piazza un
palco con dei ragazzi in cima che gridano. Ai lati della piazza ci sono delle
gabbie strutturate allo stesso modo del cancello dove siamo entrati. Ad un
certo punto fa il suo ingresso una vacca roana con lunghe corna bianche. I
ragazzi la provocano e l’animale trotta spaventato nella piazza, intorno al
palco, poi cerca di infilzare i ragazzi sul palco che si disperdono in un
istante quando la vacca salta sul palco. Il gioco sta nel fare stancare
l’animale e poi passare al successivo. Ci saranno sei vacche ed un toro per
ogni sera, per tre gironi. Non mi piace il trattamento ricevuto dagli animali,
ma rispetto la tradizione culturale antichissima di questo paese. Togliere i
tori alla Spagna sarebbe come levare il Papa da Roma. Torniamo verso casa e ci
fermiamo a prendere un caffè con un cubetto di ghiaccio. Sono le ore più calde
e decidiamo di separarci per la siesta e la nostra amica ci raggiungerà più
tardi. In qualche modo ci troviamo nella piscina comunale a fare il bagno e a
rilassarci. Assaliti da un nugolo di mosche. L’unica soluzione è restare in
piscina e poi scappare a farsi la doccia e rientrare in casa. Necessario
pit-stop al supermercato dove acquistiamo ogni tipo di schifezza, dall’hummus
al jamon, queso de cabra semi curado, gazpacho, sopresada espanola e via
dicendo. Il rientro a casa prevede un’abbondante merenda a base di schifezze
miste e birra. La conseguenza di tale azione è il fortissimo richiamo del
letto, luogo in cui ogni squatter si rifugia nei momenti di grande stress
emotivo, quali, ad esempio, le merende ipercaloriche. Ci svegliamo tardissimo
per preparare la stanza per due nuovi membri della tribù degli squatters che
stanno arrivando. Arrivati i nuovi adepti e sistematisi nella stanza del
castello, usciamo in cerca di tori e cibo. Il cibo lo troviamo nella piazzetta
della stazione della metropolitana, i tori…nella piazza chiusa. Stasera corre
el toro embolado, così chiamato perché alle estremità delle corna gli vengono
messe due palle infuocate per farlo correre ed individuare nella notte. I
ragazzini corrono verso il toro che trotta e carica. Incontriamo Anabel, con
tutto il suo gruppo di amici, che racconta tutta eccitata che in serata ci sono
stati tre incornati: uno in testa, sulla fronte; un altro al lato del viso
vicino al’occhio; il terzo è stato sbattuto contro la parete dal toro e
ripetutamente sbattuto, mentre il malcapitato cercava di tenergli le corna. Gli
spettatori in tardes de toros non si lasciano impaurire da queste cose e
tornano sempre all’attacco, sempre pronti a cercare di dimostrare il proprio
valore provocando il toro, incitandolo, scappando inseguiti. Una festa di popolo
indubbiamente sanguigna. Sulla via del ritorno spieghiamo ai nuovi arrivati le
regole dello squatter e gli illustriamo le strategie per restare puliti e
diventare amici di tutti evitando i problemi. Nelle decrepite stanze del
castello decadente, che meraviglia, i nostri squatter vanno a riposarsi
preparandosi ad un’altra giornata di questo esperimento sociale.
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