mercoledì 30 gennaio 2008

il passato in una teiera

è una bella teiera di porcellana verde scuro e verde acqua.
ha visto molti the di varie miscele ed ha preso l'aroma di tutti.
complice un mazzetto di mentuccia fresca trovato dal fruttarolo sotto casa, decido di regalarle un nuovo sapore.
un the verde gunpowder con menta fresca.
scaldo l'acqua e mi ricordo quando mi venne relgalata.
era una sera di novembre del 2005. ero in viale trastevere. mi viene incontro una bella ragazza con un pacchetto. è arrivata puntuale all'appuntamento per uscire a cena. è elegante, compiaciuta e felice del mio sorriso nell'incontrarla e vederla bella. nel sapere che si è fatta bella per me... mi porge il pacchetto, "un piccolo regalo per te", dice. una bella scatola di carta blu e dentro c'è lei, la teiera di porcellana giapponese che sto usando ora e che uso quotidianamente da allora.
stasera lei non è con me, il mio lap top suona vari tanghi di osvaldo pugliese e chatto con un'amica.
è notte fonda, tutta la città dorme.
dormono i vicoli e le strade, le luci dei lampioni si appisolano e i gatti si nascondono sotto le auto appena spente, ancora calde.
dorme la città, dormono i lavoratori e dormono i rumori.
dorme anche la fanciulla della teiera nel suo alcova blu notte, con un piccolo panda che si abbraccia a lei,inseparabile.
io invece faccio l'amore con il silenzio, con la notte, con il the guardando la teiera e ascoltando tanghi tristi e romantici.
è un tenero piacere nella notte bere il the da quella teiera, carico di ricordi piacevoli e aromi lontani....

giovedì 24 gennaio 2008

habemus LOGO!!!

summo cum gaudio nuntio vobis habemus LOGO!!!!
Ebbene si, dopo lunghe e travagliate nottate all'inseguimento di questa chimera, di questa catedrale nel deserto, infine abbiamo partorito questo essenziale accostamento di colori, questo piccolo capolavoro di design marchiato made in Italy.
Il nostro piccolo circolo enduristico-massonico ha visto la luce tra macchie di fango, canti bucolici, inni silvestri, all'ombra di un grande baccanale, il lupercale, simbolo dello spirito del club.
A breve sentirete parlare di noi.
o forse non ne sentirete parlare afatto, visto che è un gircolo quasi segreto, che vive nell'aombra della legalità.... hahahahahhahah!!!!

sabato 19 gennaio 2008

cafetin de buenos aires

De chiquilín te miraba de afuera
como a esas cosas que nunca se alcanzan...
La ñata contra el vidrio,
en un azul de frío,
que sólo fue después viviendo
igual al mío...
Como una escuela de todas las cosas,
ya de muchacho me diste entre asombros:
el cigarrillo,
la fe en mis sueños
y una esperanza de amor.
Cómo olvidarte en esta queja,
cafetín de Buenos Aires,
si sos lo único en la vida
que se pareció a mi vieja...
En tu mezcla milagrosa
de sabihondos y suicidas,
yo aprendí filosofía... dados... timba...
y la poesía cruel
de no pensar más en mí.
Me diste en oro un puñado de amigos,
que son los mismos que alientan mis horas:
(José, el de la quimera...
Marcial, que aún cree y espera...
y el flaco Abel que se nos fue
pero aún me guía....).
Sobre tus mesas que nunca preguntan
lloré una tarde el primer desengaño,
nací a las penas,
bebí mis años
y me entregué sin luchar.

renato

Domenica 13 Gennaio 2008, durante la storicamotocavalcata di apertura dell'anno, il Mototrip Terni, giunta ormai alla sua 23° edizione, un nostro amico cade in moto su una fangaia.
é stanco, non contrae i muscoli e cade sul fianco senza opporre resistenza.
di corsa viene portato in ospedale pensando a qualche frattura e simili, ma , purtopoo, subito ci si accorge che la cosa è più grave di quel che sembra.
Renato ha subito 3 interventi in due giorni, circa 20 trasfusioni di sangue, l'asportazione di un rene spaccato in tre, la sutura di un'arteria recisa causata da una costola rotta, la stessa arteria causa dell'emorragia interna, la lussazione di una spalla, la rottura di altre due costole rottegli dai medici per indagare sulla dispersione di sangue
Improvvisamente su tutta la comunità degli enduristi italiani si riunisce intorno a Renato, alla moglie ed ai due figli.
in tutti i forum di enduro d'italia (enduro roma,sporchienduristi, enduristi anonimi, ktmlc4, lc8, quellidellelica, enduristi anonimi, etc) appaiono richieste di donazioni di sangue.
in molti partiamo alla volta di Terni a dare il nostro contributo. arriva persino un endurista da bologna!
anche io mi unisco alla carovana dei donatori.
sveglia alle sei meno un quarto per andare a terni.
Martedì 15 Gennaio 2008
stamane, quando ancora non albeggiava sulla città eterna addormentata, due moto si allontanano sole nelle strade deserte vicino al colosseo. il rombo degli scarichi aperti echeggia disturbando la quiete delle persone che dormono e di quelle che si sono appena svegliate. di fronte a cinecittà le moto vengono parcheggiate e i motociclisti si ricongiungono con altri due loschi figuri a bordo di una sardomobile. quattro supereroi si avviano lungo la strada per terni: dopz, pornoromantico, fr@xr e brigatello. (ma 'ndo annamo cò sti nomi?) la discussione in auto, che imperversa in ambito romantico-eduristico, passando disarmonicamente da una mulattiera a un paio di tette, ci fa perdere l'orientamento sinchè, ripresomi dal coma da sonno che mi avvolge tutte le mattina, mi accorgo che stiamo andando sui monti simbruini; segue un dietrofront e lasciamo la A24 per l'A1, uscita orte per seguire sulla E45 per terni. dopo varie peripezie e svincoli errati riusciamo ad arrivare all'ospedale dove renato aspetta il nostro sangue come un vampiro assetato. entrati nel centro di donazione troviamo un sacco di facce note senza stivaloni, casco ed occhiali, ma con il volto emaciato e un batuffolo di cotone sull'interno del gomito. è spettacolare vedere quanti abbiano risposto all'appello su internet per il buon renato. io poi non so chi sia, non avevo mai donato sangue prima e ho il terrore degli aghi: ma per un compagno di enduro, questo ed altro. siamo a digiuno dalla cena del giorno prima e ci hanno promesso una colazione in cambio di mezzo litro di liquido rosso.... imbarazzanti le domande per donare: è dedito all'alcol? mah...non so cosa significhi dedito.. ha mai assunto sostanze stupefacenti? che domanda del cazzo, è ovvio che si... ha mai avuto rapporti occasionali e non protetti? no, sono portatore sano di anti-trombina da circa 30 anni. la persona che mi buca per il prelievo ha lanmano di un carpentiere e la delicatezza di un elefante in una fabbrica di specchi: mi succhia via mezzo litro senza pietà e mi lascia un ematoma che un tossico pare sano al confronto. troviamo tra le persone la moglie di renato e sua sorella ci ringraziano di esere venuti e si vede che sono sollevate dopo le ultime 36 ore in cui renato lottava per la mulattiera più difficile della sua vita senza che nessuno potesse dargli una mano. pare che sia riuscito ad arrivare in cima: bella manetta, renato! i medici sono stati bravi a quanto pare. credo sia vero che renato ha sentito la nostra presenza come diceva sua sorella. per essere la prima donazione emo-enduristica, devo dire che sono rimasto soddisfatto, che la solidarietà è forte in questo sport in mulattiera, come nella vita e nelle difficoltà. adesso mi resta solo una cosa da fare: conoscere renato! massimo rispetto per il sig.passerini che è sceso da bologna per dare il suo sangue ad un motociclista. cimina sarebbe venuta, ma da incinta non avrebbe potuto donare in ogni caso. bella cosa internet ed i forum quando succedono cose come questa...

lunedì 7 gennaio 2008

scritto il 30 Agosto 2004

Con la mente mi allontano sempre più dalla città eterna; di fatto sono già in viaggio.
Sto andando in Sud America.
Voglio sapere che tempo fa, cosa mangia la gente, cosa pensa, cosa fanno la sera.
Sto per avvicinarmi alla terra che diede i natali al Che, a Borges, al tango.
Ci sono ancora molti ostacoli da superare: gli esami, l’università, la certezza di avere un lavoro laggiù, ma il mio sogno è già iniziato.
Il mio cuore è già tra le Ande ed il mare, sto remando sul Rio de las Amazonas a bordo di una canoa Shuar.
Ho già degli amici laggiù ed una squadra di rugby.
Il mio lavoro mi porta in giro attraverso il Perù, il Chile, il Brasile, l’Uruguay e la Bolivia.
Sulle rive del lago più alto del mondo in Bolivia, stretto in una coperta per vincere il freddo, sulla superficie dell’acqua vedo la città eterna e gli antichi romani passeggiare al fianco degli Incas e dei Maya.
Ci sono Vestali e dei dai nomi strani come Quezalcoatl.
Con gli occhi guardo già Buenos Aires e le sue notti da favola, tra birre gelate e tanghi ballati per strada con ballerine sconosciute.
Nell’aria qualche verso di Borges: “…la vita è fatta di momenti: non ti perdere quello di adesso.”
Ricordo i momenti che ho passato prima di arrivare qua, quelli che mi restano e che mi accompagneranno in questa vita.
Rivedo una mattina di Agosto una sveglia che lampeggia numeri rossi, una colazione consumata con la donna dei sogni, la compagna di tutti i viaggi.
Torno a giocare con le ombre e le luci che danzano sul suo viso, odoro di nuovo la sua pelle pulita, l’aroma di tabacco misto a sapone della sua chioma.
La bacio ancora e trovo nuovamente quella sensazione di tenerezza che accompagna da sempre il suo ricordo.
Quella mattina ho lasciato una parte di me sotto le mani che mi hanno accarezzato e su quel viso che ho baciato.
Ora sono in Sud America e lei mi sta accompagnando nascosta in qualche angolo del mio cuore.
Ballo ora con delle sconosciute per le strade di Buenos Aires e cerco nei loro occhi l’immagine di lei.
Le nostre strade si incrociarono in un pomeriggio soleggiato di primavera alcuni anni fa e forse torneranno a unirsi come due serpenti corallo in amore: bellissimi e mortali.
Dall’America latina le scrivo le lettere più belle che abbia mai letto: “Sapessi com’è bello il cielo a Belgrano questa sera…”; ogni volta che c’è la luna nera quaggiù la immagino piena alle latitudini di Roma e mi viene in mente quando, per scherzo, le dicevo di non guardarla perché avrebbe potuto trasformarsi.
Ma se questa mia vita è uno spettacolo che sta andando in scena ed io sono l’attore protagonista, allora “the show must go on!”.
Mi sveglio ora nella mattine di Agosto, le stesse che avevamo diviso, e c’è la nebbia e fa freddo qui, a Buenos Aires.
Sia gli uomini che le donne hanno freddo.
I nostri corpi non sono che veicoli per le sensazioni, dissi una sera.
Ma non era tempo, non era luogo e non c’erano orecchie adatte.
Sogno di reincarnarmi all’infinito non per raggiungere l’illuminazione, ma solo per stare di nuovo con lei.
Nelle vacanze di Agosto, quando tutti lasciavano la città eterna e restavo da solo per le vie del centro a fare l’amore con Roma, pensavo che, forse, se si può amare una città come una donna allora, forse, si può amare una donna come fosse una città.
La si potrebbe percorrere ad ogni ora per guardarla sotto diverse luci e poi, ogni tanto, meravigliarsi scoprendone un aspetto nuovo, rimanere sorpresi di fronte ad un vicolo sconosciuto.
Se Roma fosse Buenos Aires e questa fosse Lei, allora l’amerei con tutto il cuore.
Farei così l’amore per la prima volta con la certezza di non rimanere deluso.
Bacerei ogni centimetro quadrato della sua superficie come se fosse la prima e l’ultima volta, con il fascino di una scoperta e la passione di un addio, per amarla tutta insieme in seguito con lunghi baci appassionati e sguardi fermi ed ammiranti.
Questo sogno non so dove mi condurrà.
Forse è un sogno di una notte di fine estate, popolato di fate ed esseri fantastici; la cosa più magica è il ricordo incredibile di quella mattina di dolcezza semplice che mangiammo insieme, inzuppandola nel latte e nel caffè e nascondendola nel cuore dei croissantes.
Ma adesso si suicida la notte e non so come salvarla.
E con essa torno a Roma, alla mia solitudine amata e solitaria.
Torno alle mie culle fatte di memoria e rose bianche, città mai viste e domani non ancora giunti.
Sono a via Margutta e sono vicine le luci dell’alba.
La voce gracchiante di un bel corvaccio dice: “Signore delle fate, svegliati! L’alba si avvicina! Dalla notte e dal silenzio giunge la mattina.”
Lancio l’ultimo bacio alla mia grandiosa amante sperando che il Ponentino lo trasporti sul suo viso per scaldarlo e farle sapere che lontano, più lontano nel tempo e forse vicino a questo momento, qualcuno le ha pensato.Lontano, più lontano nello spazio e forse nei pressi di questa aiuola, qualcuno le ha scritto.

mercoledì 2 gennaio 2008

sulle scelte

con il passare del tempo e l'accumularsi delle esperienze, si impara a conoscere la dinamica delle cose.
si capisce che tutto ha un prezzo.
qualunque scelta facciamo nel corso della nostra vita, nel bene o nel male, ha un prezzo da pagare.
il prezzo può essere alto o basso a seconda dei punti di vista e delle situazioni.
il segreto, forse, è lasciarsi guidare dal proprio cuore nelle proprie scelte oppure, se si crede in questo, dalla parte "illuminata" di noi stessi.
cambiare una città per un nuovo lavoro significa lasciare amici, posti, luoghi per qualcosa di nuovo e sconosciuto.
per alcuni è improponibile, per altri un sacrificio, per alcuni, invece, è semplicemente un'avventura.
stare con una persona, condividere con lei tutto ciò che costituisce la nostra vita, può essere bellissimo.
se questa persona poi ti fa sentire amato è sublime.
ma che succede se un giorno ti accorgi che non ricambi lo stesso sentimento? se, pur volendole molto bene, ti rendi conto che non potrai mai renderla felice come merita? non potrai mai darle ciò che vorrebbe?
è difficile accettarlo, superare il proprio naturale egoismo, ma, seguendo il proprio cuore e ascoltando quel che ti dice il sentimento che provi per lei, la cosa giusta da fare è lasciarla andare.
e quindi la lasciai andare.
contro il mio egoismo.
ascoltando il mio cuore.
e forse lei sarebbe stata felice.
un giorno al telefono scopri che ha trovato un nuovo amore, ancora umido di rugiada.
e tu sei spezzato.
da una parte felice nel sentire la sua felicità e nel capire che la tua scelta è stata giusta per lei.
dall'altra...bhè...un pò di tristezza per un qualcosa che finisce, per il ricordo dei momenti bellissimi passati in sua compagnia, per ciò che avete condiviso...e forse un pò di sana gelosia. :-)
ma il sole sorge ogni giorno e ogni giorno va affrontato.
un vecchio tango sussurrava..."Late un corazón,déjalo latir...Miente mi soñar,déjame mentir...Late un corazón porque he de verte nuevamente,miente mi soñar porque regresas lentamente....."
spero di avere fatto la cosa giusta.
e che il prezzo sia equo.
volere bene a qualcuno fino al punto di decidere di rinunciarvi per la sua maggior felicità...sembra un controsenso.
buona fortuna chiaretta!
ti regalo un versetto di Shakespeare, tutto per te, da gustare sulle labbra e tenere vicino al cuore se ti sentirai mai sola.
"True, I talk of dreams,
Which are the children of an idle brain,
Begot of nothing but vain fantasy,
Which is as thin of substance as the air
And more inconstant than the wind,who woos
Even now the frozen bosom of the north
And, being ager'd, puff's away from thence
Turning his side to the dew-dropping south"