mercoledì 19 dicembre 2007

John Donne

"Nessun uomo è un Isola, intero in se stesso. Ogni uomo è un pezzo del Continente, una parte della Terra. Se una Zolla viene portata dall'onda del Mare, l'Europa ne è diminuita, come se un Promontorio fosse stato al suo posto, o una Magione amica, o la tua stessa Casa. Ogni morte d'uomo mi diminuisce, perchè io partecipo dell'umanità. E così non mandare mai a chiedere per chi suona la campana: Essa suona per te."


Così era la dedica all'inizio di un libro che iniziai anni fa, lessi durante un viaggio in traghetto verso la Grecia, ma che non ho mai concluso. Nel tempo mi domandavo che cosa significasse e con il correre degli anni, ogni volta, mi davo una risposta differente. La stessa cosa mi succede leggendo "il Piccolo Principe", o "La strada di Swan".
Cosa cambia? Cambia il libro? Aumenta la nostra cultura? oppure, come diceva Proust, guardiamo cose vecchie con occhi nuovi?
Il leggendario processo di RIUSO di cui parlava la mia professoressa di Italiano al liceo è forse questo? Non serve che trascorrano gli anni e cambino le generazioni perchè quello abbia luogo. Io stesso rileggo vecchi scritti già mangiati con gli occhi e divorati con la mente e, di volta in volta, ne traggo nuovi significati e nuove lezioni.
Questa campana di una chiesa immaginaria che suona per il funerale di qualche sconosciuto, ma comunque essere umano e quindi mio simile e, forse, fratello, a me cosa sta dicendo?
Mi sta richiamando verso valori supremi, verso altre latitudini, altre weltanschauung?
Ogni volta porta a qualcosa di diverso. Sul traghetto mi diceva che iniziava un'altra vita per me con quel viaggio, che la campana era quello del mio funerale, che seppellivo le antiche fattezze per crearne di nuove, come se la mia vita fosse nuovamente creta umida su cui scaricare la propria fantasia.
Ora, quando so che un amico, una brava persona, mi sta lasciando, e con me anche suo figlio, non riesco a rimanere insensibile a questa perdita. Il mondo sarà davvero diminuito dalla sua dipartita.
Mi consola il fatto che sta lasciando questo suo corpo per trasmigrare in un'entità superiore e, forse, essere più felice.
In ogni caso non mi resta che augurargli buon viaggio.
Spero che possa fare vela verso orizzonti migliori e sogni più lunghi.
A presto Tony!

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