molti sono i silenzi che ci circondano.
immaginiamo un mostro feroce dai mille volti, il silenzio.
un animale assetato che giace tra un parola e l'altra, assetato ed affamato, pronto ad inserirsi con una pausa, con una riflessione.
vince sempre lui.
il silenzio ha dei figli, io sono tra questi.
mi sono dovuto adeguare alla società per farne parte, ma non dimentico mai chi sono e di chi sono figlio.
mi sconcerta il fatto che le persone normali lo temano.
in realtà è come una madre che ci coccola quando dormiamo, che ci guida nei nostri pensieri, che ci porta verso noi stessi.
se qualcuno sceglie il silenzio con me, non lo capisco.
non mi stai negando nulla.
vale più un silenzio di mille parole.
so che nel silenzio ci sono confusione, ripensamenti, decisioni affrettate, vendette...tutti i sentimenti tipici di chi crede di poter usare il silenzio come un'arma per difendersi o per attaccare.
a volte scudo, a volte spada.
ma saprà resistere al mio sguardo silenzioso?
saprà rimanere in silenzio e girarsi verso se stessa? verso il proprio io?
se lo facesse, si scontrerebbe con le paure, le vendette, la confusione che l'hanno portata a usare un'arma.
silenzio stampa, silenzio radio, silenzio musicale, pause, assenza di rumore....
il timore è la parola.
quando ti parlano senza provare emozioni, freddi e senza timore.
non hanno bisogno di difendersi, il silenzio perde il suo potere.
ma ora si sta difendendo con il silenzio, ed in silenzio resterò.
ma sento dentro di lei un urlo lacerante, che strazia le viscere ed è contenuto a forza.
non basta uno svago, che sia lavoro o affetto, a rinchiudere quel grido potente.
come l'urlo di munch appare la persona che contiene l'urlo.
il silenzio è di chi sa che sta sbagliando o di chi aspetta conferme.
tu quale sei dei due?
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