Quanta presunzione nella nostra vita e nelle nostre attività: pensiamo di essere insostituibili negli uffici, incarichi, posti, luoghi. Siamo spesso abituati dalla mentalità dell'autoreferenzialità e della critica agli altri di dire che tutto abbiamo fatto noi, utilizzando nel parlare comune e nel ragionamento quel pronome personale "Io", espressione di egoismo, egocentrismo, superbia, arroganza, presunzione senza fine.
Quante volte però la nostra idea viene demolita dalla realtà?
In amore, sul lavoro e in tutte le altre situazioni che compongono la nostra vita.
A volte capita che dopo una lunga storia scopri che il tuo ex partner ti ha sostituito più velocemente di quanto tu sia risucito a fare.
A volte capita che sul lavoro lasci il tuo posto, per volontà o meno, e subito vieni sostituito magari da qualcuno più efficiente ed entusiasta.
Dove risiede la nostra unicità?
Molti pittori ed artisti avrebbero potuto affrescare la Cappella Sistina, ma solo Michelangelo l'ha resa quello che è.
Molti altri al posto tuo avrebbero potuto fare il tuo lavoro, ma sei tu che ai portato quella determinata innovazione o quel risultato strabiliante di fatturato.
Molti uomini o donne avrebbero potuto stare con il tuo partner, ma solo tu le/gli hai fatto provare determinate sensazioni.
Dentro di noi permane il ricordo delle nostre esperienze, quell'insieme di errori che ci fanno crescere ogni giorno e diventare migliori.
Al prossimo lavoro sarai più efficiente, con il prossimo partner cercherai di non commettere gli errori che hanno fatto fallire la relazione.
Purtroppo Michelangelo non potrà riaffrescare la Cappella Sistina, ma a tutto c'è un limite.
La sostituibilità e l'unicita come due mostri antitetici, lo Scilla e Cariddi che risiedono nella nostra anima, il desiderio di esser unici e la realtà della nostra sostituibilità.
Un grande architetto ha progettato anche questo.
Essendo la nostra vita breve e l'essere umano effimero, è necessario per natura che siamo sostituibili.
Un partner non può vivere tutta la vita nel tuo ricordo ed un'impresa non può fallire perchè tu non ci sei più in quel posto.
Chi sopravvive? Di certo il più pragmatico, quello che per primo gira la testa e guarda avanti.
Quindi credo che la scelta della persona matura sia quella di sforzarsi di guardare più lontano degli occhi, cercare di cambiare prospettiva, osservare cose vecchie con occhi nuovi.
Un giorno sostituisci e quello dopo sei sostituito, in un grande gioco di serpenti che si mangiano la coda.
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