orami é arrivato quasi il momento di salutare il Brasile.
i succhi di acerola e laranÇa, di goiaba, di mamao papaya...
il mate gelato con l´ananas frullata e la menta...
il venerdí con gli amici ed il sabato a ballare samba "não deixe o samba morrer..."
il lunedí in ufficio a chiamare qualche impresa sperando che lasci andare un pó di informazioni e cercando sempre di fregarla :-)
lascio il sole della primavera incipiente brasiliana per la fine dell´estate europea...l´inverno piú lungo della mia vita.
questo modo diverso di vivere, con le puttane lungo la strada di casa che ormai mi riconoscevano (non come cliente, ovviamente) e i ragazzini che consegnano la pizza che lavorano con lo zaino di polistirolo con dentro le pizze sulle spalle correndo su e giú per le strade di sampa.
tra le mille contraddizioni che vanno dai neri giapponesi con gli occhi azzurri, alle ragazze bianche ricche ed annoiate, passando per la gioia de la cidade baixa ed il colore delle sale di samba, le case con le guardie armate ala porta ed il filo perimetrale elettrico, le auto con i vetri oscurati e la carrozzeria blindata, alle favelas.
si rischia di perdersi in una cittá inospitale con le sirene nella notte e l´odore di polvere da sparo nella prima mattina.
nonostante tutto ció il pensiero di andarmene mi rende insonne.
mi sento come un cacciatore che, dopo avere aspettato per giorni nascosto in un cespuglio, senza lavarsi e senza mangiare, alla fine ha sparato il suo colpo ed ucciso la sua preda.
una volta uccisa, mentre si avvicina ad osservare la bestia morta, guarda con riverenza l´animale, una sorta di tristezza mista ad ammirazione e lascia cadere una lagrima sulla propria guancia in segno di rispetto.
e quando sará ora di salire sull´aereo, allora forse passerá l´insonnia con quella lagrima che cadrá e l´impressione di voltare pagina un´altra volta per iniziare un nuovo viaggio.
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