domenica 25 febbraio 2007

il nome del blog...

correva l'anno 2000, era un marzo piovoso ed il campo di rugby era pieno di fango come solo un campo della periferia parigina puó essere. la cosa mi aveva giá messo in quello stato che i guerrieri chiamano "la divina pazzia". entrai in campo dopo 30 minuti, l'attesa mi aveva fatto imbestialire. continuavamo a rimanere fermi nello stesso punto, senza avanzare, cosa fondamentale nel rugby. nonostante tutto avevo visto che eravamo piú forti tecnicamente e di sicuro piú allenati ed abituati a giocare nella merda, tale pareva il campo coperto di fango che ti impiastra mani e ginocchia impedendoti i movimenti e rallentando i riflessi nonchè facendoti stramazzare prima del dovuto. appena entrato in campo conquisto il pallone. all'interno di un raggruppamento (il secondo credo), una MAUL per usare il termine tecnico, sono a testa bassa, il pallone lo passo indietro al mediano di mischia che continua a mantenere la pressione aspettando che si riformi lo schieramento dei tre quarti. dicevo che i miei occhi possono vedere alternativamente i tacchetti coperti di fango o le gambe del pilone spagnolo che mi sta di fronte tentando invano di mettersi in posizione di spinta. gli occhi mi cadono sul ginocchio dello spagnolo. un tatuaggio. una svastica, una fottuta croce uncinata sulla rotula di quel grasso imbecille senza capelli. a quel punto mi incazzo. con le mani bloccate e i piedi infangati mi resta libera solo la bocca, così vicina al marchio di caino sulla rotula di quel ragazzetto dai falsi ideali. e lì sento i miei denti chiudersi sulla pelle tenera dello s####o. da fuori si sente solo un grido. si disfa lo schieramento. mi allontano con fare indifferente con un rigolo di sangue che scende dalle mie labbra. è dolce il suo sangue. mi sento in pace con il mondo. una svastica in meno ed una piccola vendetta contro i seguaci di quei folli che hanno rovinato tante famiglie del popolo eletto. i due compagni di squadra ai miei fianchi hanno visto tutto. il grasso coglione dalla testa rapata si ritira dal gioco. un minuto dopo il mediano estremo segna la prima di tre mete. abbiamo vinto tutti, non solo in campo. da lì nasce il nome. con molte birre per condire la vittoriaa ed il mio battesimo. da allora porto quel soprannome. solo che adesso sono diventato piú buono di allora, forse a causa di una lesione al collo che mi sono procurato in campo durante un allenamento. è un mondo difficile.

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