Questo viaggio l'ho fatto con una donna bellissima, una che non avrei mai sostituito, insomma, la donna di cui ero innamorato.
Mi ero laureato ed avevamo pianificato quel viaggio durante la preparazione della tesi...io le parlavo dei mari della Grecia, dei miti che la compongono, del sole che ti accarezza i capelli nel vento...delle isole come macchie nel mare. Inoltre un nostro amico greco che vive a Trastevere ci aveva invitato a passare la Pasqua greca con lui e la sua famiglia durante la tradizionale festa ortodossa. Allora sono cominciati i preparativi ed i viaggi della mente. Preparo la vespa per partire in due. Le cambio il motore con un 200; sostituisco gomme e ammortizzatori oltre a controllare i freni. Montiamo uno schienalino (me lo ha regalato la compagna di avventure). Domitilla stessa sembra sempre più allegra all'idea di tornare in Grecia. Poi mi laureo e qundi aspettiamo che arrivi il giorno della partenza, fissato per il 28 Aprile. La piccola vespetta romana è carica come un mulo! Ce la faremo ad arrivare ad Ancona? La mia compagna di viaggio ci aspetta al porto visto che il trasferimento Roma-Ancona lo copre in treno. Allora segno i km che sono 28.800 e parto alla volta di Ancona. La strada io e Domitilla la conosciamo bene e ce ne andiamo trotterellando come vecchi compagni di avventure per le strade del Lazio, dell'Umbria e delle Marche, in una bella giornata di sole che ci trascina sulla scia di un vento propizio con il sorriso sul volto stampato ed indelebile. Alle 13 e 40 arrivo ad Ancona dove trovo la mia bella ad attendermi con un succulento pranzo da rosticceria. Tempo di mangiare e qualche carezza e poi si sale sulla barca che ci porterà a Patrasso il giorno dopo.
Il 30 Aprile verso le 10 del mattino partiamo alla volta del Pireo dove prenderemo un traghetto per raggiungere Paros, l'isola del nostro amico greco, alle 12. Facciamo una breve spesa nel supermercato locale e due passi per il più grande porto di tutta l'Attica. Durante il viaggio rifletto sul fatto che sono in Grecia con Domitilla, il nuovo motore Osvaldo, la mia principessa spagnola e sono laureato. Sento lo svolgersi degli eventi, lo scorrere della vita. E' bellissimo! La principessa ha accettato senza battere ciglio le drastiche riduzioni di bagaglio dovute alle scarse capacità di carico del veicolo, già oberato dalla varia attrezzatura da campeggio. I piccoli attriti del viaggio si superano facilmente. non so se per l'affetto che ci unisce o per il pensiero di dovere passare altri dieci giorni in queste condizioni! :-) La buona cena di ieri serra non ci ha fatto rimpiangere l'Italia. Inoltre la doccia nella stanza dopia con bagno dell'ostello ci ha ritemprati, ma, nonostante ciò, al ritorno in ostello dopo cena siamo caduti nel letto travolti dal sonno e dalla stanchezza. Adesso siamo in barca verso Paros dove ci aspetta il nostro amico Fivos. La barca è partita senza rumore mentre facciamo colazione a bordo. Dopo la colazione, la principessa decide di lasciarsi andare alla sua natura di ghiro e si addormenta in una posizione che a me avrebbe fatto venire crampi per sette gironi e sette notti, ma che a lei so non afettare minimamente. Dopo un viaggio di sette ore arriviamo a Paros. L'isola si presenta con un paesaggio incantevole che ben si presta al relax ed alla tranquillità. La magia delle Cicladi! Dal paese di Parakia ce ne andiamo trotterellando per alcuni km lungo il litorale sino a raggiungere il paesino di Naussa dove abbiamo appuntamento. Ci sediamo in un caffè sulla piazza centrale. Fivos arriva con il suo amico Kostantinos e ci invita a stare da lui per un paio di giorni. Andiamo nella sua casa...se casa si può chiamare quella specie di castelo familiare.Alla sera ceniamo verso mezzanotte secondo la tradizione della pasqua ortodossa. Buonissima la zuppa di interiora di agnelllo e verdure tipica della cena pasquale. Dopo cena Kostantinos scopre di avere il cavo della frizione rotto e quindi estraggo il mio armamentario da vespista meccanico e faccio una sostituzione lampo sotto gli occhi sbalorditi di tutti ceh non capiscono come abbia potuto mischiare pezzi yamaha con i leggendari cavi di acciaio
svedese ed i fermacavi della vespa. Mi sento un piccolo mago del D.I.Y.